Regione Campania torna a piazzare parenti dei consiglieri

La Campania ha licenziato una norma che riammette la parentela negli uffici della Regione. I consiglieri regionali possono assumere i parenti.

Consiglio regionale della Campania“Disoccupato fai da te? No parente consigliere? Ahi, ahi, ahi”. Questo è uno slogan modificato di una pubblicità di qualche anno fa che calza a pennello con l’ennesimo scandalo della politica italiana. Lo scorso 19 novembre, la Campania ha licenziato una norma che riammette la parentela negli uffici della Regione. In questo modo i consiglieri regionali possono piazzare parenti e affini fino al terzo grado in comandi e distacchi da altri uffici pubblici. La Regione Campania diventa un piazzificio.

Questa pratica da terzo mondo era stata abolita con una delibera numero 279 del 2013, ma dopo 8 anni i gruppi politici all’unanimità hanno deciso di ripristinare il nepotismo. L’ufficio di presidenza presieduto da Gennaro Oliviero(PD) ha abolito il divieto in ragione del bisogno di corrispondere ad una delibera del 2016 dell’autorità anticorruzione(ANAC). La norma del 2013 sarebbe troppo restrittiva. Tutte fandonie per ripristinare l’ennesimo privilegio alla casta. Fino al 2013 il nepotismo era dilagante in Regione Campania. I consiglieri regionali aveva ideato un sistema di assunzione infallibile: uno del centrodestra favoriva il figlio di papà del centrosinistra e questo ricambiava la cortesia. E’ probabile che questa usanza torni nuovamente di moda nei prossimi mesi con l’abrogazione della norma del 2013. Il piazzificio della Regione Campania sarà pagato dai contribuenti attraverso le tasse. Un nuovo modello di Reddito di cittadinanza per i parenti dei consiglieri regionali, con un cumulo imprevisto di benefit. Il governatore Vincenzo De Luca dice spesso che la Campania è la regione dell’efficienza. Ha ragione. E’ la Regione dell’efficienza nel piazzare i parenti dei consiglieri regionali.

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