Cgia: 3,2 milioni di lavoratori irregolari

Sono 3,2 milioni i lavoratori irregolari in Italia. Lo afferma la Cgia di Mestre. Il lavoro nero produce 77,7 miliardi di euro di valore aggiunto.

Ispettori del lavoroSono 3,2 milioni i lavoratori irregolari in Italia ma la maggior parte di questi, ad eccezione di quanti ricadono nel triste fenomeno del caporalato e dello sfruttamento, il lavoro nero lo sceglie. Lo afferma la Cgia di Mestre. I braccianti vittime di sfruttamento nell’agricoltura sono circa 200 mila.

La platea dei lavoratori irregolari è costituita, in particolar modo, da persone molto “intraprendenti”, che ogni giorno si recano nelle abitazioni degli italiani a fare piccoli lavori di riparazione, di manutenzione(verde, elettrica, idraulica, fabbrile, edile, etc.) o nel prestare servizi alla persona(autisti, badanti, acconciatori, estetiste, massaggiatori, etc.). I lavoratori in nero fanno grandi e piccoli servizi senza dichiararlo al fisco e, conseguentemente, possono praticare un prezzo finale del prodotto/servizio molto contenuto. Questi lavoratori irregolari sono in gran parte costituiti da pensionati, dopo-lavoristi, inattivi, disoccupati o persone in Cig che arrotondano le magre entrate con i proventi recuperati da queste attività illegali. E’ evidente che a rimetterci non sono solo le casse dell’erario e dell’Inps, ma anche le tantissime attività produttive e dei servizi, le imprese artigianali e quelle commerciali regolarmente iscritte presso le Camere di Commercio che, spesso, subiscono la concorrenza sleale di questi soggetti.

Il lavoro nero presente in Italia produce ben 77,7 miliardi di euro di valore aggiunto. La situazione più critica di lavoratori irregolari si registra nel Mezzogiorno. In Calabria, ad esempio, a fronte di 135.900 lavoratori irregolari, il tasso di irregolarità è del 22% e l’incidenza dell’economia prodotta dal sommerso sul totale regionale ammonta al 9,8%. Altrettanto critica è la situazione in Campania, dove gli oltre 361 mila occupati non regolari provocano un tasso di irregolarità del 19,3% e un PIL da nero sul totale regionale dell’8,5%. Preoccupante anche la situazione in Sicilia: a fronte di quasi 283 mila lavoratori in nero, il tasso di irregolarità è al 18,7% e il valore aggiunto prodotto dall’economia sommersa su quello ufficiale è del 7,8%. Il numero più alto di lavoratori irregolari si registra in Lombardia(504.300), ma la regione del Nord ha un tasso di irregolarità del 10,4% e il più basso PIL da nero sul totale regionale(3,6%).

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