RSF: 46 giornalisti uccisi nel 2021

46 giornalisti uccisi nel mondo nel 2021, il numero più basso degli ultimi 20 anni. E’ quello che emerge dal rapporto annuale di RSF.

Giornalista aggredito da un no vaxNel 2021 sono stati 46 i giornalisti uccisi nel mondo, dato in calo rispetto al 2020, quando si contarono 50 morti. E’ quello che emerge dal rapporto annuale di Reporter senza frontiere(RSF). E’ la cifra più bassa degli ultimi 20 anni. Bisogna tornare al 2003 per trovare un altro anno con meno di 50 giornalisti uccisi. La maggior parte sono morti lontano da zone di guerra. Dal 2011 ad oggi sono stati uccisi 986 giornalisti.

488 giornalisti sono attualmente in prigione(+26,1% rispetto al 2020). Il triste primato spetta alla Cina con 127. A seguire la Birmania con 53, il Vietnam con 43, la Bielorussia 32, l’Arabia Saudita 31. “Mai dalla creazione del rapporto di RSF, nel 1995, il numero di giornalisti detenuti è stato così elevato”, recita un comunicato della organizzazione. RSF non ha mai registrato così tante giornaliste in carcere, con un totale di 60 attualmente detenute per motivi di lavoro, il 33% in più rispetto allo scorso anno. La Cina, il più grande carceriere al mondo di giornalisti per il quinto anno consecutivo, è anche il più grande carceriere di giornaliste, con 19 attualmente detenute. La Bielorussia attualmente detiene più giornalisti donne(17) che uomini(15). Il minor numero di giornalisti morti è dovuto principalmente al calo dell’intensità dei conflitti in Siria, Iraq e Yemen e alle campagne delle organizzazioni per la libertà di stampa. La gran parte di 46 giornalisti uccisi sono stati assassinati. Ancora una volta i Paesi considerati più pericolosi sono Messico e Afghanistan, poi Yemen e India.

In Italia giornalisti minacciati dai negazionisti del coronavirus

In Italia sono una ventina i giornalisti che stanno ricevendo protezione della polizia 24 ore su 24 a causa di gravi minacce o tentativi di omicidio da parte della mafia. Il livello di violenza contro i giornalisti continua a crescere, soprattutto a Roma e dintorni, e al Sud. Il problema principale per i giornalisti italiani sono stati i negazionisti del coronavirus – una schiera eterogenea che include guerriglieri urbani, attivisti “senza maschera”, neofascisti, teppisti, “anarchici” e infiltrati della criminalità organizzata – che spesso hanno minacciato e aggredito fisicamente i giornalisti. L’Italia resta al 41esimo posto nell’indice mondiale della libertà di stampa. Al primo posto si conferma la Norvegia. Al secondo posto la Finlandia davanti alla Svezia.

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