Confindustria vuole tetto a prezzo gas

Confindustria vuole l’introduzione di un tetto al prezzo del gas come già hanno fatto Portogallo e Spagna. Gas da Ucraina cala di un terzo.

GasdottoLa fantomatica guerra per la libertà non è indolore per l’economia dell’Italia. Confindustria vuole l’introduzione di un tetto al prezzo del gas come già hanno fatto Portogallo e Spagna. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha dichiarato: “Siamo convinti ci sia speculazione. Famiglie e imprese stanno pagando un extra-bolletta stimato dal Governo, guardando il Def, in 40 miliardi di euro in 6 mesi. Non credo possiamo andare avanti così”.

L’aumento dell’inflazione pesa sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza(PNRR). I costi sono aumentati del 30%. Bonomi ha detto: “O mettiamo +30% di risorse o rinunciamo al 30% di opere”. Secondo il presidente di Confindustria, la causa dell’inoperatività del governo Draghi è dovuta all’inizio della campagna elettorale. I partiti politici, infatti, non consentono all’esecutivo di fare interventi necessari. In Italia si parla di un tetto del prezzo del gas mentre altrove è già stato introdotto. Il governo dei migliori incapaci è buono solo a regalare bonus inutili a destra e manca. Senza un tetto del prezzo del gas la situazione diventa insostenibile per imprese e famiglie.G

Gas da Ucraina cala di un terzo

Il transito di gas russo verso l’Europa via Ucraina è sceso di quasi un terzo rispetto a ieri, passando dai 72 milioni di metri cubi a 50,6 milioni di metri cubi. Lo fa sapere Gazprom. L’Ucraina dice di non poter far passare il gas dalla stazione di Sokhranivka, regione di Lugansk, per la presenza dei militari della Russia. Per Snam, i flussi dalla Russia proseguono senza interruzioni, ma restano i timori per gli approvvigionamenti a causa della significativa crescita dei prezzi del gas. Ad Amsterdam i future sul metano segnano 12,2%, a 105,5 euro al megawattora. Se Gazprom dovesse decidere di non inviare più gas in Europa, l’Italia dovrebbe all’improvviso rinunciare a 28 miliardi di metri cubi all’anno, pari al 38% del suo fabbisogno complessivo. Scatterebbe subito il piano di emergenza per razionare i consumi di famiglie e imprese già previsto dal governo Draghi. E l’autunno diventerebbe freddo per tutti.

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