Von der Leyen contro voto unanimità

Ursula Von der Leyer si scaglia contro l’obbligo del voto all’unanimità nelle decisioni più importanti UE. 13 Paesi contrari a modifica Trattati.

Ursula Von der LeyerLa presidente della Commissione UE, Ursula Von der Leyer, si scaglia contro l’obbligo del voto all’unanimità nelle decisioni più importanti della politica europea. Sarebbe un passo avanti per renderla più snella l’Unione Europea. La Von der Leyer ha dichiarato: “Il voto all’unanimità in alcune aree chiave della politica europea non ha più senso se vogliamo essere in grado di muoverci più velocemente”.

Il vincolo di unanimità a cui Von der Leyen fa riferimento è quello che riguarda molte delle votazioni espresse dal Consiglio dell’Unione Europea, l’organo che ha il potere legislativo insieme al Parlamento Europeo. Tra i “settori chiave” per cui è necessario un voto unanime da parte di tutti i membri del Consiglio ci sono l’adesione di nuovi paesi all’Unione o questioni riguardanti la politica estera, la difesa, e le sanzioni che si possono comminare a governi, enti o singoli individui. Raggiungere un voto unanime può essere estremamente difficile su alcune questioni. La presidente della Commissione UE ha aggiunto: “L’Europa dovrebbe giocare un ruolo maggiore, per esempio nella Salute o nella Difesa. E sì alla modifica dei Trattati dove è necessario. Riformare UE per farla funzionare meglio. I cittadini ci chiedono un futuro migliore”. A giugno 2022 il parere su adesione dell’Ucraina a UE.

13 Paesi contro modifica Trattati

La proposta della Von der Leyen non è passata inosservata. 13 Paesi europei sono contrari alla modifica dei Trattati europei. Lo si legge in un documento informale diffuso al termine della Conferenza sul futuro dell’Europa. I 13 Paesi sono: Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Romania, Svezia e Slovenia. I Paesi “ribelli” scrivono che “avviare un processo per cambiare i Trattati sarebbe sconsiderato e prematuro e rischia di togliere energia politica al trovare soluzioni alle domande dei cittadini”. L’obbligo di un voto all’unanimità su determinate questioni aveva creato già in passato rallentamenti su diversi temi. La proposta è che in assenza di unanimità possa bastare anche la maggioranza qualificata dei voti.

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