Nessuno vuole più lavorare nei ristoranti

Gli imprenditori fanno piagnistei su media per le problematiche di reperimento del personale. Nessuno vuole più lavorare nei ristoranti.

Una cameriera al ristoranteL’Italia è diventato un Paese di ristoranti. Da alcuni mesi gli imprenditori fanno piagnistei su media per le problematiche di reperimento del personale. Il ritornello è sempre lo stesso: colpa del Reddito di cittadinanza. La verità è un’altra: nessuno vuole più lavorare nei ristoranti. Il problema è serio e non è causato dalla misura introdotta dal governo Conte nel 2019.

Lavorare in un ristorante è stressante, oltre ad essere mal pagato nella maggioranza dei casi. E’ una fatica, non un lavoro dignitoso. La carenza di personale c’era già prima dell’introduzione del Reddito di cittadinanza, solo che gli imprenditori dicevano il ritornello che “i giovani non hanno voglia di lavorare”. La pandemia Covid è stato il colpo di grazia per il settore della ristorazione e non mi riferisco al fatturato. La persona media che lavora nella ristorazione ha capito grazie al Covid che là fuori il mondo è tanto più bello e tanto più vario. Un mondo che non aveva mai avuto modo di sperimentare a causa di ritmi e orari disumani. Tanti di loro non si sono presentati nei ristoranti con le riaperture e hanno preferito un lavoro meno stressante e con più tempo libero. Ormai è chiaro che nessuno vuole più lavorare nei ristoranti.

L’altro motivo della mancanza di personale è dovuto al numero elevato di ristoranti presenti in Italia. Nel Paese abbiamo 222.314 ristoranti, dato riferito a dicembre 2020. Nel 2011 erano 112.234 le imprese di ristorazione, oggi se ne contano 222.314, il 98,1% in più. Un’esplosione che coinvolge un po’ tutto il territorio, ma in particolare le grandi città. Il numero elevato di ristoranti porta come conseguenza la carenza di personale. Non c’è nessun paese in Europa che ha 222.314 ristoranti. Eppure la spesa pro capite in questi luoghi di consumo non è più alta che in Germania o in Francia. Cosa significa? Che la spesa dei consumatori è poca per la quantità smisurata di ristoranti presenti in Italia. Tutti sgomitano e boccheggiano per stare in vita perché ci sono tantissimi concorrenti che si spartiscono un mercato non certo più ampio di quello degli altri paesi europei.

Gli imprenditori della ristorazione scaricano il problema sull’ultima ruota del carro, vale a dire i dipendenti. La maggioranza propone contratti part time per un lavoro full time nella migliore delle ipotesi. Il dipendente è costretto a lavorare per 10-12 ore al giorno senza avere un giorno libero a settimana. Uno stress continuo che alla lunga porta gravi problemi di salute. Ecco spiegato perché nessuno vuole più lavorare nei ristoranti. Il settore della ristorazione va regolamentato, non è possibile proseguire con questo numero elevato di imprese in Italia. Forse sarebbe meglio avere un numero inferiore di ristoranti in salute, più strutturati, più capitalizzati e dunque maggiormente in grado di offrire prospettive di stipendio e di carriera ai dipendenti. L’altra cosa da fare è introdurre i turni come avviene nella GDO. Non puoi pretendere che un singolo lavoratore faccia il lavoro di tre persone. Non si vive di solo lavoro.

Commenti