Referendum giustizia non raggiunge quorum

I cinque referendum sulla giustizia non raggiungono il quorum. I cinque quesiti sono risultati i meno votati della storia della Repubblica italiana.

I promotori del referendum sulla giustiziaChiuse le urne alle ore 23 di ieri(12 giugno) per i cinque referendum sulla giustizia. Il quorum necessario(50%+1) degli aventi diritto al voto non è stato raggiunto. L’affluenza finale si è fermata al 20,9%, con i seguenti dettagli: quesito 1 20,95%; quesito 2 20,93%, quesito 3 20,93%, quesito 4 20,92% e quesito 5 20,92%. I cinque referendum sulla giustizia sono risultati i meno votati della storia della Repubblica italiana.

Dal 1995 a oggi è stato raggiunto solo una volta: nel caso dei referendum del 2011 su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento. In totale sui 72 quesiti abrogativi votati dagli italiani nella storia della Repubblica, in 39 casi si è raggiunto in quorum. Sui cinque referendum sulla giustizia Radicali e Lega si sono battuti in una dura campagna referendaria, denunciando a più riprese il silenzio dei media. La verità è un’altra: un tema delicato come quello della giustizia non può essere affidato ad un referendum. A me è bastato leggere i primi due quesiti per capire che era una porcata della casta. Lega e Radicali volevano abrogare la Legge Severino e la custodia cautelare. Roba da TSO immediato. La Legge Severino prevede l’incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.

Il referendum sulla giustizia non raggiunge il quorum e gli unici colpevoli sono i politici. Il popolo si sente deluso dalle chiacchiere a vuoto dei politicanti, il cui unico interesse è l’arrivo del bonifico alla fine di ogni mese. il flop referendario si inscrive all’interno di una crisi sistemica, mostrando drammaticamente cosa intendiamo quando parliamo di scollamento tra politica e opinione pubblica. Da tempo i cittadini hanno introiettato l’idea che la politica non sia più in grado di incidere sulle loro vite, o almeno di farlo in meglio. Il non voto al referendum può essere vista anche come un’espressione della propria volontà e non certo una forma di menefreghismo. Il Parlamento potrà tornare a lavorare alla riforma Cartabia, congelata proprio in attesa dell’esito dei referendum sulla giustizia. La riforma del Csm dovrebbe approdare in Senato il 15 giugno 2022.

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