Lobby gestori stabilimenti balneari

In Italia non è applicata la Direttiva Bolkestein. La politica viene influenzata dalla lobby dei gestori degli stabilimenti balneari.

Stabilimento balneareIn Italia, la gestione delle spiagge è un’attività molto redditizia. Le ambite concessioni venivano assegnate arbitrariamente dallo Stato e tramandate di generazione in generazione. L’Unione Europea chiede ora che le concessioni delle spiagge vengano organizzate regolari gare d’appalto. Non sono solo i tassisti a dettare il bello e il cattivo tempo in Italia, la politica viene influenzata anche dalla lobby dei gestori degli stabilimenti balneari.

Le concessioni balneari in Italia sono in tutto 26.689, ma di queste ben 21.581 ha un valore inferiore ai 2.500 euro all’anno, pari a 200 euro al mese. Lo Stato incassa dai canoni poco più di 103 milioni di euro all’anno, mentre i gestori degli stabilimenti balneari hanno un giro d’affari di 15 miliardi di euro. Il 70% dei gestori degli stabilimenti balneari paga un canone ridicolo senza gara e in continua proroga alla direttiva dell’Unione Europea 2006/123/CE, conosciuta come Direttiva Bolkestein. Questa direttiva è stata presentata dalla Commissione europea nel febbraio 2004 ed approvata ed emanata nel 2006. In Italia doveva essere applicata nel 2016, ma sei anni dopo abbiamo ancora il monopolio della lobby dei gestori degli stabilimenti balneari. Chi ha la concessione delle spiagge in Italia non vuole mollare l’osso e difende il privilegio con le unghie e con i denti. I consumatori, invece, sognano il libero accesso al mare.

I contrari alla Direttiva Bolkestein sostengono che con le gare d’appalto gli stabilimenti balneari finirebbero in mano alle multinazionali e aumenterebbero i prezzi per accedere in spiaggia. Questo sarebbe un danno per in consumatori. Peccato che già oggi i prezzi sono inaccessibili per gran parte dei cittadini. Prendiamo l’esempio di un noto stabilimento a Napoli affidato ad una famiglia nel lontano 1957 senza bando. Il gestore paga un canone di circa 12 mila euro all’anno per 5.000 metri quadro di spiaggia e terrazza. Nel suo stabilimento balneare ha 500 lettini. Ogni lettino costa 15 euro in spiaggia e 20 euro sulla terrazza. Per un ombrellone ci vogliono 10 euro. Trascorrere una giornata in questo stabilimento costa 40 euro al giorno per una coppia(50 euro se vogliono stare sulla terrazza). Il gestore dello stabilimento ripaga il canone annuale della concessione con solo due giornate di lavoro. Ci rendiamo conto? La proprietà statale è diventata proprietà privata.

La sentenza del Consiglio di Stato del 2021

Per fortuna è intervenuto il Consiglio di Stato con una sentenza nel 2021. L’estensione delle concessioni fino al 2033 è stata dichiarata illegittima. La proroga delle concessioni è valida fino 31 dicembre 2023, poi andranno riassegnate con gare pubbliche. Il gestore del noto stabilimento di Napoli considera la sentenza un’ingiustizia: “Il pezzo di spiaggia ci viene espropriato in nome dell’Unione Europea”. Non è chiaro al signore che il pezzo di spiaggia non è suo, ma è un bene dello Stato concesso senza bando. Il gestore chiede un indennizzo se dovesse perdere il “suo” stabilimento balenare. Una lobby che vuole tenere il monopolio o ottenere soldi pubblici.

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