BCE rialza tassi di 0,75 punti

Il Consiglio Direttivo della BCE ha deciso il rialzo dei tassi d’interesse con un aumento di 0,75 punti. Mazzata per i mutui a tasso variabile.

EuroIl Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso il rialzo dei tassi d’interesse con un aumento di 0,75 punti a partire dal 14 settembre 2022. Il tasso principale va all’1,25%, il tasso sui depositi sale allo 0,75% e il tasso sui prestiti marginali arriva all’1,5%. Si tratta del secondo aumento consecutivo degli oneri finanziari da parte della BCE, dopo quello di 0,50 punti fatto lo scorso luglio.

La BCE spiega che il rialzo dei tassi di 0,75 punti è una misura fondamentale per assicurare un ritorno dell’inflazione verso il suo obiettivo del 2% a medio termine. L’inflazione dovrebbe attestarsi all’8,1% nel 2022, al 5,5% nel 2023 per poi calare di nuovo al 2,3% nel 2024. Il rialzo di 0,75 punti dei tassi è il più grande da quando esistono l’euro e la BCE. L’economia nell’area euro rallenta: la stima del PIL nel 2022 è rivisto al ribasso a +3,1%, mentre quello del 2023 dovrebbe calare a +0,9%. Nel 2024 il PIL dell’area euro dovrebbe risalire all’1,9%. Nei prossimi incontri il consiglio direttivo della BCE si aspetta di alzare ancora i tassi d’interesse per smorzare la domanda. A quanto possono arrivare i tassi? Il valore più alto del tasso principale è stato segnato nel 2001 con il 4,75%. Nel 2008 è arrivato al 4,25%.

Cosa vuol dire alzare i tassi d’interesse?

Significa che la BCE ha deciso di aumentare il costo del denaro, che avrà effetti onerosi su famiglie e imprese che operano nella vita di tutti i giorni. Pagare di più il denaro inciderà sui consumi. Sarà più caro chiedere prestiti personali o rateizzare un acquisto. L’aumento dei tassi è una mazzata per chi ha un mutuo a tasso variabile e per chi deve richiedere un mutuo a tasso fisso. Oggi le rate saranno più alte rispetto a chi ha acceso un mutuo a tasso fisso all’inizio del 2022. Gli aumenti dei tassi di interesse agiscono per rallentare la spesa, scoraggiare l’accesso al credito e incoraggiare il risparmio. L’inflazione alta e aumento del costo del denaro sono due cose che faranno calare i consumi. Lo scenario peggiore prevede la recessione, dalla quale può diventare complicato uscire. Il vero problema è la speculazione finanziaria, che sta contribuendo alla crescita del prezzo di gas e energia. Va impedita su beni energetici, evitando la contrattazione post vendita dei Futures.

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