Calenda fomenta guerra tra poveri

Calenda fomenta la guerra tra poveri. L’ex ministro parla dello stipendio di un infermiere e tira in ballo i percettori del Reddito di cittadinanza.

Carlo CalendaCarlo Calenda fomenta la guerra tra poveri. L’ex ministro inizia una crociata contro la misura anti povertà ogni volta che fa un comizio. Calenda parla dello stipendio di un infermiere e tira in ballo i percettori del Reddito di cittadinanza. Il leader di Azione imita il suo collega di coalizione Matteo Renzi.

Calenda ha dichiarato: “Un infermiere che lavora 10 ore al giorno, preparato, che ha a che fare con la malattia e la morte, guadagna in Italia 1.450 euro al mese. Per questo consideriamo immorale che chi può lavorare riceva il Reddito di Cittadinanza pagato anche con le tasse di quell’infermiere”. Calenda fomenta la guerra tra poveri ed è pericoloso. In pratica, l’ex ministro vuole far credere che l’infermiere guadagna poco per colpa dei percettori del Reddito di cittadinanza. Roba da TSO immediato. Gli infermieri sono sottopagati perché un governo fece diventare le ASL aziende e le cooperative sono complici di direttori sanitari senza scrupoli. Attaccare una misura come il Reddito di cittadinanza, che permette a chi non ha nulla di sopravvivere, non è solo vergognoso ma anche immorale.

Come è immorale pagare poco un’infermiere e dare 20 mila euro al mese ai politici ricuttari. E’ immorale sdoganare qualsiasi sfruttamento aprendo tutto alle cooperative generando precari senza diritti. Il Reddito di cittadinanza non è immorale. Di immorale c’è ben altro, tipo l’evasione fiscale, gli stipendi da nababbo dei politici, i tagli continui a Sanità e Scuola. E’ venuto il momento di alzare le retribuzioni degli infermieri, questo doveva dire Calenda. Invece il leader di Azione ha fatto il solito populismo di destra mettendo i penultimi contro gli ultimi. Un capolavoro del neoliberismo. Il nemico non è il percettore del Reddito di cittadinanza, ma i politici e gli speculatori che continuano a fomentare la guerra tra poveri.

Perché Reddito di cittadinanza viene attaccato da politici e imprenditori?

Il Reddito di cittadinanza è una misura sociale che esiste in altri Paesi UE e nessuno si lamenta. Perché viene attaccato da politici e imprenditori? In Italia si è andato avanti in modo illegale in alcuni settori lavorativi, con gli organi competenti che chiudevano entrambi gli occhi su un sistema marcio e schiavista. In molte zone del Paese, soprattutto al Sud, le offerte di lavoro sono con paghe al ribasso o integrate con il nero. Gli imprenditori non trovano personale perché vogliono sfruttare senza essere controllati. Nessuno di loro fa richiesta di personale ai Centri per l’impiego e i percettori di Reddito di cittadinanza vivono tranquilli perché non c’è l’offerta di lavoro. La schiavitù è stata abolita nel 1931, ma in Italia si continua a pensare ai lavoratori come persone da sfruttare per pochi spiccioli.

La misura introdotta dal governo Conte I funziona dove ci sono imprenditori seri che rispettano le regole. Il Reddito di cittadinanza non disincentiva a trovare un lavoro come sostengono Calenda, Renzi e gli altri politici di destra. Il vero problema in Italia sono i salari da fame o le condizioni di sfruttamento del lavoratori. Molti imprenditori facevano(e fanno tutt’ora) papocchi con i contratti. Per esempio, assumono un lavoratore con contratto part-time e poi lo fanno lavorare 12 ore al giorno. Lo schiavismo in Italia è finito grazie al Reddito di cittadinanza. Un aiuto che in media si attesta sui 500 euro, per formarsi e trovare lavoro. In alcuni casi i beneficiari possono essere utilizzati per progetti di pubblica utilità(PUC), ma i Comuni continuano a non fare nulla per usufruire di queste “risorse”.

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