Disavanzo commercio 31 miliardi

Il disavanzo commerciale dell’Italia nei primi 9 mesi del 2022 ha superato i 31 miliardi di euro. Pesa il deficit energetico e dei beni intermedi.

Flussi commerciali con l'esteroIl disavanzo commerciale dell’Italia nei primi 9 mesi del 2022 ha superato i 31 miliardi di euro. E’ quanto comunica l’Istat. Il risultato è condizionato dal deficit energetico di 85.168 milioni di euro e dal deficit dei beni intermedi di di 18.932 milioni di euro. Il disavanzo commerciale nei primi 9 mesi di quest’anno è di -31.387 milioni di euro. A settembre 2022, disavanzo di -6.454 milioni di euro, a fronte dell’avanzo di 1.440 milioni dello stesso mese del 2021.

Il deficit energetico raggiunge, in valore assoluto, i 12.435 milioni(era -4.529 milioni un anno prima) ma l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, pari a 5.982 milioni, è elevato e sul livello di settembre 2021(5.969 milioni). A settembre 2022 si stima una crescita congiunturale per le esportazioni(+1,6%) e una flessione per le importazioni(-1,7%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento delle vendite verso i mercati extra UE(+6%), mentre le esportazioni verso l’area UE sono in diminuzione(-2,2%). L’export cresce su base annua del 21,6% in termini monetari e del 2,1% in volume. La crescita dell’export in valore è più sostenuta verso i mercati extra UE(+27,2%) rispetto all’area UE(+17,1%).

L’import in valore registra un incremento tendenziale del 40,4%, molto più intenso per l’area extra UE(+59%) rispetto all’area UE(+25,2%). L’import in volume resta sostanzialmente invariato(-0,5%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici(+36,2%), macchinari e apparecchi(+13,9%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti(+15,5%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco(+19,8%). Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export dell’Italia sono: Stati Uniti(+48,6%), Francia(+18,8%), Germania(+14,8%) e paesi OPEC(+49,1%). Si accentua la flessione dell’export verso la Russia(-34,6%) e diminuiscono anche le vendite verso il Belgio(-5,7%).

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