Oxfam: All’1% dei più ricchi il 63% della crescita della ricchezza

All’1% dei più ricchi il 63% della crescita della ricchezza mondiale. Lo rivela Oxfam in un rapporto. Crollano salari in Italia.

Disuguaglianza nel mondoL’incidenza della povertà estrema è aumentata per la prima volta in 25 anni. Nel biennio pandemico 2020-2021 l’1% più ricco ha visto crescere il valore dei propri patrimoni di 26.000 miliardi di dollari, in termini reali, accaparrandosi il 63% della crescita della ricchezza netta globale (42.000 miliardi di dollari), quasi il doppio della quota (37%) andata al 99% più povero della popolazione mondiale.

E’ quello che emerge dal rapporto Oxfam “La disuguaglianza non conosce crisi” diramato alla vigilia dell’Annual Meeting del World Economic Forum di Davos. La ricchezza dei miliardari Forbes è cresciuta tra il mese di marzo 2020 e il mese di novembre 2022 al ritmo di 2,7 miliardi di dollari al giorno, mentre l’aumento dell’inflazione ha superato nel 2022 la crescita media dei salari in 79 paesi con una forza lavoro complessiva di quasi 1,7 miliardi di lavoratori, più della popolazione dell’India. Le grandi imprese del comparto energetico e agro-alimentare hanno più che raddoppiato i propri profitti nel 2022 rispetto alla media 2018-2020, corrispondendo nell’anno passato 257 miliardi di dollari ai propri azionisti, mentre oltre 800 milioni di persone soffrivano la fame.

Una costante degli ultimi due decenni e mezzo è stata la stabile diminuzione della povertà estrema. Questo progresso si è ora arrestato: per la prima volta in 25 anni, la ricchezza estrema e la povertà estrema sono aumentate drasticamente e contemporaneamente. Nel 2020, oltre 70 milioni di persone in più sono sprofondate sotto la soglia dei 2,15 dollari al giorno, facendo registrare un aumento dell’11% dell’incidenza della povertà estrema. Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International, ha dichiarato: “Un sistema fiscale più equo, a partire da un maggiore prelievi sugli individui più facoltosi, è uno degli strumenti di contrasto alle disuguaglianze. Un’imposta del 5% sui grandi patrimoni potrebbe generare per i Paesi riscossori risorse da riallocare per obiettivi di lotta alla povertà a livello globale affrancando dalla povertà fino a 2 miliardi di persone”.

Crollano salari in Italia

In occasione del Forum di Davos, l’organizzazione non governativa Oxfam diffonde il Rapporto sulle disuguaglianze in Italia. Alla fine del 2021, il top del 10% dei patrimoni italiani possedeva 6 volte la ricchezza della metà più povera della popolazione. L’inflazione erode il potere d’acquisto e, nei primi 9 mesi 2021, i salari sono calati del 6,6%. La ricchezza nelle mani del 5% più ricco degli italiani (titolare del 41,7% della ricchezza nazionale netta) a fine 2021 era superiore a quella detenuta dall’80% più povero dei nostri connazionali (il 31,4%). Nel 2020 la disuguaglianza dei redditi netti, per cui l’Italia si colloca tra gli ultimi paesi nell’UE. La povertà assoluta, stabile nel 2021 dopo un balzo significativo nel 2020, interessa il 7,5% delle famiglie (1 milione 960mila in termini assoluti) e il 9,4% di individui (5,6 milioni di persone). La tendenza conferma la crescita del numero dei lavoratori che percepiscono redditi da lavoro dipendente inferiore alla soglia di fruizione del Reddito di cittadinanza.

Oxfam contro abolizione del Reddito di cittadinanza

Oxfam fa un duro attacco al governo Meloni per l’abolizione del Reddito di cittadinanza a partire dal 2024 e la riduzione a soli 7 mesi per gli occupabili nel 2023. Oxfam scrive: “E’ assai arduo immaginare la concretizzazione dell’assunto governativo che dopo soli sette mesi i soggetti occupabili possano trovare un impiego a fronte di una selezione della platea costituita da soggetti fragili e privi, in larga parte, di prospettive occupazionali. Il Governo ha inoltre minimizzato il fatto che circa 1/5 dei percettori del Reddito di cittadinanza cui propone di togliere il sussidio già lavorano, cumulando il sussidio con appena il 20% della propria retribuzione. Qualcuno tra tali beneficiari-lavoratori aveva un impiego anche prima di percepire il sussidio, qualcuno lo ha trovato dopo l’inizio di fruizione della misura. Il Reddito di cittadinanza è servito a portare i redditi complessivi di molte famiglie sopra la soglia della miseria, garanzia troppo spesso non data dal lavoro da solo”. La visione suggellata dal governo Meloni è quella di una società in cui l’obiettivo di far rispettare a tutti (ad eccezione di chi povero non è) il dovere di lavorare costringe troppe persone - quelli che non trovano lavoro e quelli che lo trovano ma con salari insufficienti – a una vita non libera né dignitosa.

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