Reddito di cittadinanza diventa Mia

Dal primo settembre 2023 il Reddito di cittadinanza diventa Misura d’inclusione attiva (Mia) e dividerà i beneficiari in due gruppi.

Giorgia MeloniIl governo Meloni fa una magia cambiando il nome alla misura in sostegno dei poveri. Dal primo settembre 2023 il Reddito di cittadinanza diventa Mia, Misura d’inclusione attiva. Il nuovo sussidio contro la povertà del governo Meloni dividerà i beneficiari in due gruppi: nuclei familiari senza occupabili e nuclei con occupabili. Una sorta di apartheid della povertà. La Mia è prevista nella bozza elaborata dal Ministero del Lavoro.

Il Reddito di cittadinanza potrà essere chiesto fino al 31 agosto 2023 ed erogato al massimo solo fino a fine anno. La Mia prevede che il sussidio sarà revocato agli occupabili che rifiuteranno la prima offerta di lavoro. Il percettori riceveranno un aiuto economico che varia tra gli 80 e i 500 euro al mese, a seconda del reddito familiare. Per accedere al Mia, bisogna avere un Isee inferiore a 7.200 euro e seguire un progetto personalizzato di inserimento sociale e lavorativo. I potenziali beneficiari verranno divisi in due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Le prime sono quelle dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile. Le seconde quelle dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età. Esclusi i minori dalla scala di equivalenza, 50 euro al mese se usufruiscono di assegno unico. Per le famiglie senza occupabili, dalla seconda domanda in poi, la durata massima della Mia si ridurrà a 12 mesi. Prima di chiedere nuovamente la prestazione dovrà passare almeno un mese. Per i nuclei con persone occupabili, invece, la Mia scadrà al massimo dopo un anno la prima volta e dopo sei mesi la seconda e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. In pratica il governo Meloni vuole costringere la gente ad accettare qualsiasi lavoro, pure quelli pagati male e con contratti farlocchi.

Mia coinvolge agenzie private

La Misura d’inclusione attiva prevede il coinvolgimento di agenzie private accreditate per la gestione dei progetti personalizzati di inserimento sociale e lavorativo dei beneficiari. Le agenzie private saranno selezionate attraverso bandi pubblici e avranno il compito di accompagnare i beneficiari nella ricerca di un’occupazione, nella formazione professionale, nella partecipazione a servizi sociali e culturali. Le agenzie private riceveranno un compenso variabile in base ai risultati ottenuti. Ne sentiremo delle belle, tipo un’offerta di lavoro part time a 50 chilometri dalla residenza del percettore. Saranno ritenute congrue anche le offerte di contratti brevi, purché superiori a 30 giorni. La riforma fatta dal governo Meloni sembra quasi una legalizzazione del caporalato. Le agenzie private sfrutteranno i disperati per incassare i soldi pubblici. Una sorte di Reddito di cittadinanza al contrario.

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