I condomini in Italia

Sono 45 milioni i residenti nei condomini in Italia. Sono tre quarti della popolazione italiana. Vivere in Condominio, casi e risposte pratiche.

I condomini in ItaliaIn Italia ci sono 45 milioni di residenti che vivono in condomini. Sono tre quarti della popolazione italiana. La stima è stata resa nota nel corso della presentazione della nuova guida “Vivere in Condominio - Casi e risposte pratiche”, realizzata dal Consiglio nazionale del Notariato in collaborazione con Anaci e con le 14 associazioni dei consumatori.

La pubblicazione sul condominio è stata aggiornata dopo 11 anni. L’ultima guida era stata presentata nel 2012 dopo la riforma delle norme in materia, che hanno innovato regole risalenti al 1942. La guida prevede le regole di funzionamento del condominio e dell’assemblea, i compiti dell’amministratore e l’utilizzo delle parti comuni. La parte più cospicua della pubblicazione è dedicato all’esame di casi pratici, come la gestione delle morosità o le possibilità di un singolo di adoperare spazi comuni per il proprio vantaggio, dando risposte certe anche nei casi più controversi.

Il distacco del singolo condominio dall’impianto di riscaldamento è possibile solo se dal distacco dall’impianto non derivino notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. Chi rinuncia deve pagare la sua parte per la manutenzione straordinaria dell’impianto, per la sua conservazione e la messa a norma. La situazione debitoria di un condominio non può essere resa di pubblico dominio. In poche parole, non può essere visibile in bacheca il nome e cognome del debitore. Il condomino moroso che vende il suo appartamento rimane responsabile di quando dovuto. L’amministratore può chiedere il saldo al nuovo proprietario della casa. Il quale a sua volta si potrà rivalere sul venditore.

Le spese per scale a ascensore si dividono per metà in millesimi e per metà proporzionalmente al piano in cui è situato l’immobile. Ci sono casi in cui le tabelle millesimali si possono modificare senza l’unanimità. Quando c’è un errore materiale nei calcoli oppure se a seguito di modifiche una singola unità immobiliare aumenta di almeno un quinto il suo valore. In questo caso basta la maggioranza pari ad almeno 500 millesimi e la maggioranza degli intervenuti in assemblea. I costi per la revisione delle tabelle sono a carico del condomino che ha registrato la variazione di valore.

Una causa civile su cinque in Italia riguarda liti condominiali. Una quota che si è leggermente ridotta negli ultimi anni grazie all’istituto della mediazione, che consente di evitare il passaggio dal Tribunale. I residenti nei condomini litigano quasi sempre per questioni non di grande rilevanza: si va dall’occupazione indebita degli spazi comuni ai rumori molesti, dai cani che abbaiano troppo ai gatti che sporcano, dall’innaffiatoio che fa cadere l’acqua nel balcone del piano di sotto, ai i fumi e i cattivi odori della cucina e infine, al grande classico, le infiltrazioni di acqua.

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