Stop al Reddito di cittadinanza con un SMS

Lo stop al Reddito di cittadinanza con un SMS dell’Inps è arrivato a 169 mila famiglie. Presto decreto su corsi formazione.

Stop al Reddito di cittadinanza con un SMSSono 169 mila le famiglie che hanno avuto lo stop al Reddito di cittadinanza con un SMS dell’Inps. A partire da agosto 2023 non riceveranno più il sussidio introdotto dal governo Conte I (di cui faceva parte anche la Lega). L’SMS è arrivato a chi si trova in nuclei familiari nei quali non ci sono disabili, minori o over 65, così come prevede la nuova normativa del governo Meloni.

Tra le città più colpite dallo stop al Reddito di cittadinanza ci sono Napoli, Roma e Palermo. Nel capoluogo campano sono 21.507 le famiglie che non riceveranno più il sussidio. Ieri (31 luglio) tante persone hanno manifestato davanti alla sede dell’Inps di Napoli, in via De Gasperi, per protestare contro lo sospensione del sussidio da parte del governo Meloni. Lo stop al Reddito di cittadinanza con un SMS è arrivato a 12.225 famiglie di Roma e a 11.573 famiglie di Palermo. A livello regionale è la Sicilia ad avere ben 37.645 famiglie senza sussidio. Seguono Campania e Lazio. A fine agosto, l’Inps invierà altri 80 mila SMS ad altrettanti nuclei familiari per comunicare la sospensione del Reddito di cittadinanza.

Città Famiglie
Napoli 21.507
Roma 12.225
Palermo 11.573
Catania 8.974
Caserta 7.653
Cosenza 5.234
Salerno 4.806
Torino 4.615
Messina 3.937
Reggio Calabria 3.714

La sospensione del reddito di cittadinanza avrà un impatto significativo sulle famiglie colpite. Si stima che oltre 600 mila persone perderanno il sussidio, che in media è di circa 500 euro al mese. Le famiglie colpite dallo stop al reddito di cittadinanza si trovano in una situazione di grande difficoltà. Molte di loro non hanno altre fonti di reddito e non sanno come faranno a pagare le bollette, il cibo e affitto.

Presto decreto su corsi formazione

Potrebbe arrivare presto, dopo un passaggio alla conferenza Stato-Regioni, il decreto che definirà i criteri per i corsi di formazione che consentiranno ai cosiddetti occupabili di passare dal Reddito di cittadinanza al Sostegno formazione e lavoro. E’ quanto emerge dalla riunione tra il ministero del Lavoro e i rappresentati delle Regioni. Nell’incontro non sono emerse criticità sul potenziamento dei centri per l’impiego. Assicurata l’operatività dal 1 settembre 2023 della piattaforma alla quale dovranno iscriversi gli “occupabili”. E nel frattempo cosa faranno le persone che hanno perso il sussidio? Non si sa. La solita incapacità del governo Meloni che scarica il problema sugli enti locali.

Centri per l’impiego e sistema Italia

I centri per l’impiego in Italia sono un decimo dei centri per l’impiego tedeschi. Il personale non è formato e i corsi di formazioni non sono attivati. Il sistema Italia è l’altro problema che non ha permesso ai percettori del Reddito di cittadinanza di trovare un lavoro. Nel nostro Paese si va avanti in modo illegale in alcuni settori lavorativi, con gli organi competenti che chiudono entrambi gli occhi su un sistema marcio e schiavista. In molte zone d’Italia, soprattutto al Sud, le offerte di lavoro sono con paghe al ribasso o integrate con il nero. Gli imprenditori non trovano personale perché vogliono sfruttare senza essere controllati. Il Reddito di cittadinanza è entrato in vigore nel 2019. In questi quattro anni la maggioranza degli imprenditori non ha fatto richiesta di personale ai Centri per l’impiego, nonostante fossero attivi sgravi contributivi in caso di assunzione di un percettore.

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