Stretta sul caro voli fa insorgere Ryanair e UE
Il governo Meloni ha approvato il decreto Asset, che contiene una serie di misure per contrastare il caro voli. Tra le misure più importanti, c’è il divieto di fissare tariffe dinamiche per i voli nazionali e per i voli di collegamento con le isole. Le tariffe dinamiche sono quelle che variano in base al tempo della prenotazione, alla domanda e alla concorrenza. La stretta sul caro voli fa insorgere Ryanair e UE.
Il divieto è previsto per i voli che partono da aeroporti italiani e che hanno come destinazione aeroporti italiani o aeroporti di isole italiane. L’obiettivo è quello di contrastare le pratiche speculative delle compagnie aeree low cost, che applicano tariffe elevate in base alla domanda e alla profilazione degli utenti. La misura contro il caro voli ha scatenato le critiche di Ryanair, la principale compagnia aerea low cost operante in Italia. L’amministratore delegato della società irlandese, Eddie Wilson, ha definito il decreto “ridicolo e illegale”, perché “interferisce con le leggi del libero mercato secondo le norme UE: è una roba populista e di stampo sovietico”. La compagnia Ryanair annuncia il ricorso alla Commissione UE.
L’ad Wilson ha dichiarato: “Sono norme in contrasto con il regolamento 1008 dell’UE che lascia le compagnie libere di fissare i prezzi”. Ryanair minaccia di rivedere l’offerta voli da/per l’Italia. La stretta sul caro voli ha fatto muovere anche la Commissione UE, che ha contattato le autorità italiane per avere informazioni più dettagliate sul contenuto preciso. Nella nota c’è scritto: “Bruxelles sostiene misure volte a promuovere la connettività a prezzi accessibili in linea con le norme del mercato UE e la libera fissazione prezzi è la miglior garanzia di prezzi accessibili nel mercato del trasporto aereo. Solo in casi specifici consente obblighi di servizio pubblico con regolamentazione dei prezzi”. Il decreto Asset sarà in vigore per un anno.
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