Governo Meloni vuole un Cpr in ogni regione

Il governo Meloni vuole aprire un Centro di permanenze per il rimpatrio (Cpr) in ogni regione. Costo elevato e insostenibile per le casse pubbliche.

Matteo Salvini con il progetto di Cpr a Milano130 mila arrivi nel 2023. L’Italia è invasa dai migranti e il governo Meloni si è attivato per mettere in atto il blocco navale. Anzi, no. Giorgia Meloni e gli altri ministri vogliono un Centro di permanenze per il rimpatrio (Cpr) in ogni regione. Al momento i Cpr sono 9, distribuiti in sette regioni (Puglia, Sicilia, Lazio, Basilicata, Friuli Venezia-Giulia, Sardegna e Lombardia), e hanno una capacità di 619 posti. In 11 regioni non è presente nemmeno un Cpr.

I Cpr sono le strutture dove vengono trattenuti i migranti irregolari in attesa di essere identificati ed espulsi dal territorio italiano. La loro durata massima di permanenza è stata recentemente aumentata da 6 a 18 mesi dal governo Meloni. Il piano prevede di costruire un Cpr in località a bassa densità abitativa, facilmente recintabile e sorvegliabile. Vicina all’aeroporto e di proprietà della Difesa, come le ex caserme e le basi militari dismesse che dovranno essere ristrutturati dal Genio militare. I siti saranno considerati di interesse nazionale per la sicurezza. Un Dpcm individuerà i criteri del piano con i nuovi Cpr, che dovrebbe avere il via libera entro due mesi. La decisione del governo Meloni ha suscitato molte critiche da parte dei presidenti di regione, che si sono schierati contro l’apertura dei nuovi Cpr sui propri territori.

I Cpr sono nati nel 1998 con la legge Turco-Napolitano, che prevedeva una reclusione massima di 30 giorni per i migranti da identificare o espellere. Nel corso degli anni, la normativa si è fatta sempre più restrittiva e punitiva, introducendo il reato di clandestinità nel 2009 e allungando progressivamente i tempi di detenzione. L’obiettivo di queste nuovi Cpr è quello di accelerare i rimpatri, che nel 2023 sono stati solo 3.193. Perché i rimpatri avvengano serve che il Paese di provenienza dia l’ok. Un fattore da tenere conto è il costo elevato e insostenibile dei Cpr per le casse pubbliche. Ogni posto letto costa circa 100 euro al giorno, per un totale di oltre 20 milioni di euro all’anno. Il piano del governo prevede di aumentare la capacità dei centri da 619 a 2.000 posti, con una spesa stimata di oltre 70 milioni di euro all’anno. Per il Silp Cgil i Cpr, con l’allungamento della permanenza a 18 mesi, diventeranno delle vere e proprie bombe sociali.

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