Pochi posti di lavori per ex percettori di Reddito di cittadinanza

E’ attiva la piattaforma Siisl. Pochi posti di lavori per gli ex percettori di Reddito di cittadinanza. Situazione drammatica al Sud.

Pochi posti di lavori per ex percettori di Reddito di cittadinanzaDal 1° settembre 2023 è attiva la piattaforma Siisl, acronimo di Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, sviluppata dall’Inps in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il portale mira a favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro e formazione e avrebbe dovuto favorire l’occupazione degli ex percettori di Reddito di cittadinanza, invece si sta rivelando un vero fiasco. Ci sono pochi posti di lavoro per le persone rimaste senza sussidio.

Dal 1° settembre 2023 è entrato in vigore il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), la misura che ha sostituito il Reddito di cittadinanza per i beneficiari ritenuti occupabili. Queste persone devono fare corsi di formazione o progetti utili alla collettività per ottenere un sussidio di 350 euro al mese. Il governo Meloni aveva promesso che il SFL avrebbe garantito opportunità concrete di lavoro e formazione a chi si trova in condizioni di povertà e vulnerabilità. Tuttavia, i dati disponibili sulla piattaforma siisl, il portale che dovrebbe mettere in contatto domanda e offerta, smentiscono le aspettative e mostrano una situazione drammatica.

In Campania solo 340 offerte di lavoro

Secondo una rilevazione de “Il Fatto Quotidiano”, basata sui dati del 5 settembre 2023, su circa 1,2 milioni di beneficiari del SFL, solo 60 mila hanno ricevuto una proposta di lavoro tramite il siisl. Ci sono pochi posti di lavori per gli ex percettori di Reddito di cittadinanza. Al Nord ci sono 41 mila offerte di lavoro, mentre al Sud sono solo 19 mila. In alcune regioni meridionali, le offerte di lavoro sono inferiori a mille. Inoltre, la maggior parte delle offerte sono a tempo determinato o a chiamata, con retribuzioni basse e scarsa qualificazione. Per capire come sia drammatica la situazione, prendiamo l’esempio della Campania: in questa regione hanno perso il Reddito di cittadinanza 36.770 famiglie, ma le proposte di lavoro sono solo 340. Significa che solo una famiglia su 108 ha una possibilità di trovare un impiego. Una lotteria per poveri.

SFL misura punitiva e discriminatoria

La situazione è ancora più grave se si considera che il SFL prevede la perdita dell’assegno di inclusione (ADI), per i beneficiari che non aderiscono alle proposte di lavoro o formazione entro 30 giorni dalla ricezione. Questo significa che migliaia di persone rischiano di rimanere senza alcun sostegno economico se non accettano offerte di lavoro inadeguate o lontane dalla propria residenza. Il post-Reddito di cittadinanza appare quindi come una chimera, una promessa non mantenuta dal governo Meloni che ha cancellato una misura che garantiva almeno una minima sicurezza economica a chi vive in povertà. Il SFL si rivela invece una misura punitiva e discriminatoria, che penalizza i beneficiari più vulnerabili e li costringe ad accettare condizioni di lavoro precarie e sfruttate.

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