Inps: 322,2 miliardi di spesa pensioni nel 2022

La spesa complessiva annua per le pensioni nel 2022 è stata pari a 322,2 miliardi di euro. I beneficiari sono 16.131.414. Lo rivela l’Inps.

322,2 miliardi di spesa pensioni nel 2022La spesa pensionistica italiana nel 2022 è stata di 322,2 miliardi di euro (+2,9% rispetto al 2021). Il numero di prestazioni pensionistiche è stato di 22.772.004 (+0,06% rispetto al 2021). L’importo medio è di 14.150 euro all’anno. E’ quello che emerge dal rapporto Inps “Prestazioni pensionistiche e beneficiari del sistema pensionistico italiano”. Il 58% delle pensioni erogate nel 2022 ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro.

La spesa complessiva annua per le pensioni nel 2022 è stata pari a 322,2 miliardi di euro, di cui 297,8 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 24,4 miliardi da quelle assistenziali. I beneficiari sono 16.131.414  (+0,2% rispetto al 2021) per un importo medio del reddito da pensione di 19.976 euro.  Il 68% percepisce una sola prestazione, mentre il 32% ne percepisce due o più; in particolare, il 24,2% dei beneficiari percepisce due prestazioni, il 6,6% tre e l’1,2% quattro o più. Le donne rappresentano la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), ma gli uomini percepiscono il 56% dei redditi pensionistici: l’importo medio dei redditi percepiti dalle donne è infatti inferiore rispetto a quello degli uomini del 27% (16.991 contro 23.167 euro). Il 77,8% delle pensioni è di tipo IVS (invalidità, vecchiaia, superstiti), mentre le assistenziali (invalidità civili, assegni e pensioni sociali, pensioni di guerra) costituiscono il 19,4% del totale; il rimanente 2,8% circa è rappresentato dalle prestazioni di tipo indennitario. Il gruppo più numeroso di pensionati è quello dei titolari di pensioni di vecchiaia: sono 11.316.617, di cui il 27,7% è anche titolare di trattamenti di altro tipo.

50,9% della spesa pensionistica nel Nord Italia

La spesa pensionistica italiana relativa all’anno 2022 si distribuisce per il 50,9% nelle regioni del Nord e per il 28% in quelle del Sud. Il restante 21,1% si divide tra le regioni del Centro e le isole. Questa distribuzione riflette la diversa composizione demografica e occupazionale delle diverse aree geografiche. Le regioni settentrionali hanno una maggiore incidenza di pensionati di vecchiaia e di invalidità, mentre le regioni meridionali hanno una maggiore incidenza di pensionati ai superstiti e di beneficiari di prestazioni assistenziali. Le regioni centrali e le isole hanno una situazione intermedia tra le due aree. Il divario tra Nord e Sud si riduce se si considera il rapporto tra la spesa pensionistica e il prodotto interno lordo (PIL) regionale. In questo caso, la spesa pensionistica incide per il 17,8% sul PIL del Nord, per il 18,6% su quello del Centro e per il 19,4% su quello del Sud. Questo significa che la spesa pensionistica è più sostenibile nelle regioni più ricche e produttive.

Commenti