Rapporto Svimez 2023: Crollano redditi al Sud

Crollano i redditi al Sud. +250 mila persone vivono in famiglie in povertà assoluta nel Mezzogiorno. Emigrazione dei giovani dal Sud.

Rapporto Svimez 2023Il Rapporto Svimez 2023, presentato oggi (5 dicembre ) a Roma, traccia un quadro poco incoraggiante per l’economia del Sud Italia. Il PIL della macroregione è stimato in aumento dello 0,4% nel 2023, con una crescita dimezzata rispetto al Centro-Nord (0,8%). Il dato nazionale è +0,7%.

Crollano i redditi al Sud. La contrazione è del -2%, doppia rispetto al Centro-Nord. I redditi delle famiglie del Mezzogiorno continuano a essere più bassi di quelli del Centro-Nord. Nel 2022, il reddito medio pro capite nel Sud è stato di 14.778 euro, contro i 22.855 euro del Centro-Nord. La disoccupazione è ancora molto alta, soprattutto tra i giovani e le donne. Nel 2022, la disoccupazione giovanile nel Mezzogiorno è stata del 34,6%, contro il 24,7% del Centro-Nord. L’accelerazione dell’inflazione del 2022 ha eroso il potere d’acquisto delle fasce più deboli della popolazione. In Italia il potere d’acquisto dei salari crolla del 10,4% (UE27 : –5,9%) rispetto al primo semestre 2021. Nel Mezzogiorno un’erosione ancora più intensa: -10,7%.

L’incremento dell’occupazione, maggiore al Sud che nel resto d’Italia, non basta ad alleviare il disagio sociale in un contesto di diffusa precarietà e bassi salari. Dal 2020 al 2022, nonostante la crescita dell’occupazione, al Sud +250 mila persone che vivono in famiglie in povertà assoluta (-170.000 al Centro-Nord). L’ampliamento della povertà incide soprattutto le famiglie con persona di riferimento occupata (9,3%). Nel caso degli operai la quota di famiglie in povertà aumenta di +3,3 p.p. raggiungendo il 16% al Sud. La Campania resta la regione con la maggiore quota di individui a rischio povertà o esclusione sociale: il 46,3% della popolazione. In Campania solo il 31% delle donne lavora, la minore percentuale in Europa in condivisione con la Sicilia. Campania ultima per posti negli asili nido.

Emigrazione dei giovani dal Sud

L’Italia è tra i paesi più anziani in Europa (basso tasso di natalità/ aspettativa di vita più lunga/ deflusso di giovani). Si osservano profondi squilibri demografici e generazionali Sud/Nord anche per effetto delle migrazioni interne e internazionali. La popolazione del Mezzogiorno si è ridotta tra il 2011 e il 2023 di oltre un milione di persone a fronte di una sostanziale stabilità della popolazione nel Centro-Nord. Il calo nelle aree interne è stato di intensità doppia. Dal 2002 al 2021 hanno lasciato il Sud oltre 2,5 milioni di persone, in prevalenza verso il Centro-Nord (81%). Al netto dei rientri, il Mezzogiorno ha perso 1,1 milioni di residenti. Tra il 2002 e il 2021 il Mezzogiorno ha subìto un deflusso netto di 808 mila under 35, di cui 263 mila laureati. Nel 2021, il saldo netto complessivo è di circa 38 mila giovani. Di cui 20 mila laureati. Si stima una perdita di oltre 8 milioni di residenti nel Mezzogiorno nel 2080. La popolazione del Sud, attualmente pari al 33,8% di quella italiana, si ridurrà ad appena il 25,8% nel 2080. Al Sud lavorerà in media un occupato ogni due residenti in età non attiva.

Commenti