Lavoro uccide più della mafia

Scopri i dati preoccupanti dello studio UIL "Il lavoro che uccide": dal 1983 al 2018, oltre 55.000 morti sul lavoro in Italia.

Lavoro uccide più della mafiaIl lavoro uccide più della mafia in Italia. Secondo un recente studio presentato dalla UIL, intitolato “Il lavoro che uccide”, il numero di morti sul lavoro in Italia tra il 1983 e il 2018 ha superato di gran lunga quello degli omicidi riferibili alla criminalità organizzata. I dati Istat indicano che, in questo periodo, gli omicidi legati alla criminalità organizzata sono stati 6.681. In contrasto, i decessi sul lavoro, secondo l’Inail, hanno superato le 55.000 unità, configurando una vera e propria “strage silenziosa”.

Decessi sul lavoro: Una media di 1.200 vittime annue negli ultimi 10 Anni

Negli ultimi dieci anni, la media annuale delle vittime sul lavoro è stata di 1.200. Questa cifra evidenzia la gravità del fenomeno e l’urgenza di interventi mirati per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Infortuni e morti sul lavoro nel 2024: I dati preoccupanti del primo trimestre

I primi tre mesi del 2024 hanno già registrato 145.130 denunce di infortunio e 191 decessi. Il 91,7% dei casi mortali ha riguardato uomini. Quasi la metà dei casi ha riguardato la fascia di lavoratori di 50-64 anni. Nel 2023, a fronte di 585.356 denunce totali, 1.041 hanno riguardato infortuni mortali. I sinistri mortali sul lavoro sono stati maggiori nel Mezzogiorno, rispetto a Centro e Nord. Questi numeri allarmanti sottolineano l’importanza di adottare misure preventive più efficaci e di rafforzare la vigilanza sulla sicurezza sul lavoro.

Lavoratori stranieri: I più colpiti dagli infortuni mortali

Un dato significativo emerso dallo studio riguarda i lavoratori stranieri. Nel 2023, oltre il 65% degli infortuni mortali ha coinvolto lavoratori stranieri, un dato che considera solo quelli regolari. Questa statistica pone in risalto la necessità di interventi specifici per garantire la sicurezza e i diritti di tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro nazionalità.

Conclusione

Lo studio della UIL mette in luce una realtà drammatica: il lavoro in Italia può essere estremamente pericoloso, con una media di morti annuali che supera di gran lunga gli omicidi legati alla mafia. È cruciale che vengano adottate misure efficaci per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro e proteggere tutti i lavoratori, con particolare attenzione a quelli più vulnerabili, come i lavoratori stranieri.

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