Morti sul lavoro a Napoli record nazionale
Nel 2025 Napoli si conferma tristemente al primo posto in Italia per numero di morti sul lavoro, con 30 vittime registrate, superando persino Milano. In tutta la Campania, i decessi sono 64 nei primi dieci mesi dell’anno, quattro in più rispetto allo stesso periodo del 2024. L’ultimo caso riguarda Marco Iazzetta, operaio 63enne di Afragola, deceduto dopo una caduta in cantiere a Scampia.
Secondo i dati Inail e Centro Studi Vega, dietro questi numeri si nasconde una crisi strutturale del sistema produttivo, basato su subappalti a cascata, precarietà e tagli alla sicurezza. I sindacati denunciano l’inefficacia delle misure adottate, come il recente decreto sul “badge di cantiere”, giudicato insufficiente.
La CGIL Campania chiede una certificazione seria delle imprese e il rispetto dei contratti, mentre la UIL propone l’introduzione del reato di omicidio colposo sul lavoro e la creazione di una procura speciale per contrastare l’impunità. A peggiorare la situazione, la carenza di ispettori del lavoro, la frammentazione delle competenze tra ministero, Inail e Asl, e la mancanza di investimenti in formazione e prevenzione. Le sanzioni, quando arrivano, sono spesso tardive e poco incisive.
Il Comune di Napoli ha recentemente istituito l’Osservatorio “Napoli Città Sicura”, ma a tre settimane dall’insediamento non si registrano ancora iniziative concrete. Intanto, nei cantieri si continua a morire, e le statistiche si trasformano in necrologi.
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