Ecco la prima bolletta nucleare

I lettori fedeli di questo blog avranno senz’altro intuito che il sottoscritto è assolutamente contrario al ritorno del nucleare per produrre energia. Ma perché sono contrario?

Il vero motivo del mio “no” al nucleare è che le centrali, oltre a produrre energia, producono grandi quantità di scorie radioattive difficili da smaltire. Le scorie prodotte fino al 1987(anno di chiusura delle centrali in Italia a seguito di un referendum popolare) non sono state ancora collocate in modo sicuro perché non si riesce a trovare un sito. Come pensiamo di smaltire le scorie prodotte dalle nuove centrali?

Ma il mio dubbio sul ritorno al nucleare nasce anche dal fatto che in gran parte d’Europa(ad esclusione della Francia) le centrali nucleari stanno per essere chiuse. In Germania, le centrali nucleari verranno “spente” entro il 2025. I tedeschi per produrre energia stanno puntando sull’energia rinnovabile. A Monaco di Baviera entro il 2015 si prevede che tutte le utenze private riceveranno energia prodotta da fonti ecologiche.

Nelle scorse settimane Greenpeace ha fatto un’interessante iniziativa in cui fa notare che il costo del ritorno al nucleare sarà “inserito” sulle nostre bollette dell’energia elettrica. Attualmente un kilowattora costa all’ingrosso 5 centesimi di euro, mentre a noi consumatori viene venduto a 18 centesimi di euro.

Secondo il Dipartimento dell’Energia Americano(DOE)  un nuovo reattore nucleare ordinato oggi e che entrerà in funzione nel 2020 produrrà energia a 7 centesimi di euro per kilowattora all’ingrosso(al consumatore costerà di più), più dell’eolico, del carbone, e del gas.

I ragazzi di Greenpeace hanno lanciato la protesta anti-nucleare anche sul web, aprendo il gruppo “La bolletta nucleare non la voglio” su Flickr.

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