Matrimoni gay a Napoli, l’ennesima pagliacciata di Luigi De Magistris
Il napoletano Roberto e il dominicano Miguel, sposati in Spagna nel 2008, sono la prima coppia gay registrata all’ufficio Anagrafe e Stato Civile del Comune di Napoli. La cerimonia si è tenuta a Palazzo San Giacomo alle 10.30. Era presente anche Luigi De Magistris, da me ribattezzato il sindaco delle pagliacciate.
Una domanda sorge spontanea: Marcellino e Peppino, un’altra coppia gay, possono sposarsi a Napoli? No. Devono prima andare all’estero per sposarsi e una volta tornati nel capoluogo campano possono trascrivere all’anagrafe il loro matrimonio. In pratica è l’ennesima cosa mediatica(e inutile) fatta dal sindaco di Napoli. Finché non verrà riconosciuto legalmente, il matrimonio gay rimarrà solo una presa in giro e un modo per i politicanti di esporsi come paladini dei diritti. Il matrimonio gay sta per diventare l’ennesimo tema secondario per distrarre il popolo dai veri problemi dell’Italia. Alla fine non si farà nulla perché la Chiesa non permetterà mai l’unione tra due persone dello stesso sesso. Soluzione? Pretendere la riforma della Costituzione per introdurre i referendum su tematiche sociali con quorum al 30%. Ma è mai possibile che dobbiamo parlare di matrimoni gay quando c’è una città che cade a pezzi e una raccolta differenziata che non decolla?
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