Prelievo forzoso sui conti correnti in autunno?

L'FMI ha dato il benestare per un prelievo forzoso nei conti correnti dei cittadini. La mancata crescita mette a rischio i conti pubblici dell'Italia.

Prelievo forzoso sui conti correntiLa situazione economica dell’Italia desta molte preoccupazioni in Unione Europea. Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita sul PIL italiano portandolo, per quest’anno, allo 0,3%, contro il precedente +0,6% di aprile. Il governo Renzi è rimasto fermo nella stima del +0,8% contenuta nel Def. Cosa cambia? Nulla dal punto di vista del lavoro(non si sarebbe creata nuova occupazione), tantissimo dal punto di vista economico.

Considerando che un punto di PIL vale 16 miliardi di euro, una mancata crescita dello 0,5% equivale a 8 miliardi di euro in meno. Guarda caso, più o meno i soldi per coprire il taglio IRPEF(i famosi 80 euro di Renzi). Dove reperirà le risorse il governo? Dalle tasche degli italiani. In autunno arriverà una manovra correttiva da 20 miliardi di euro per mettere ordine alle casse dello Stato. Ma il vero problema dell’Italia resta il debito pubblico che continua a salire al ritmo di 8,6 miliardi di euro al mese. A maggio 2014(ultimo dato disponibile), il debito pubblico italiano ha toccato la cifra record di 2.166,3 miliardi di euro. Come rimediare al problema? Il Fondo Monetario Internazionale ha dato il benestare per un prelievo forzoso nei conti correnti dei cittadini per i Paesi dell’area Euro in difficoltà e con la necessità di ripianare parte del debito pubblico.

Il progetto prevede un prelievo di almeno il 10% sui conti correnti con giacenze sopra i 100 mila euro. L’Italia è uno dei Paesi a rischio. La data fissata per il fatidico salasso potrebbe più vicina di quel che si pensi, addirittura in autunno 2014 o primavera del 2015. Nel mirino finirebbero fondi di investimento, azioni di imprese quotate, obbligazioni straniere, conti bancari, depositi postali, titoli di debito pubblico, obbligazioni di banche e imprese. Non è una novità per il nostro Paese. Nel 1992, Giuliano Amato fece una cosa analoga prendendosi il 6 per mille dai conti correnti degli italiani. Ma non finisce qui. L’FMI insiste anche su una “tassa sul debito” generalizzata, per un importo del 10% per ogni famiglia dell’Eurozona. Per gli italiani si prospetta un autunno infuocato. E non ho menzionato il problema del Fiscal Compact e i 50 miliardi di euro promessi da Matteo Renzi entro il 21 settembre 2014. Il premier italiano ha detto che “a settembre ci sarà una grande ripartenza col botto”. Un botto contro il muro.

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