Tito Boeri taglierà le pensioni d’oro?
Il tizio sorridente che vedete nella foto è Tito Boeri, il nuovo presidente dell’Inps. La nomina è arrivata il 24 dicembre 2014, la vigilia di Natale. L’incarico è stato un bel regalo per l’economista della Bocconi, meno per i pensionati d’oro o pseudo tali. Il motivo?
Il 14 gennaio 2014, Boeri ha scritto un articolo con Fabrizio e Stefano Patriarca e pubblicato su “lavoce.info”, in cui propone di tassare le pensioni oltre i 2 mila euro per recuperare 4,18 miliardi di euro. La cosiddetta equità possibile è riassunta nel sommario dell’articolo: “Niente scuse: è possibile chiedere un contributo di equità basato sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati, limitatamente a chi percepisce pensioni di importo elevato”.
In pratica, si dovrebbero ricalcolare con il metodo contributivo(che mette in relazione l’importo dell’assegno con i contributi versati), tutte le prestazioni previdenziali liquidate nei decenni passati. E a quelle superiori a 2 mila euro che non rispettano l’equilibrio versamenti/prestazioni si dovrebbe applicare un taglio. La proposta Boeri/Patriarca colpirebbe 1,7 milioni di pensionati, di cui 850 mila di ex-dipendenti privati, 770 mila pubblici e 100 mila lavoratori autonomi. Sono previste anche delle aliquote per rendere il taglio progressivo:
- 20% dello squilibrio su pensioni tra 2 mila e 3 mila euro
- 30% dello squilibrio su pensioni tra 3 mila e 5 mila
- 50% dello squilibrio su pensioni superiori 5 mila
In soldoni, ogni assegno in ballo subirebbe una decurtazione tra il 3% e il 7%. L’unico caso in cui il taglio è marcato è quello degli ex dipendenti pubblici con pensioni superiori ai 6 mila euro. Qui il contributo può salire fino a oltre il 10% della pensione.
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