Per il governo è chiuso il caso delle navi dei veleni

image Alcune settimane fa il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, diramò in tutta fretta un comunicato in cui si evinceva che il relitto sui fondali a largo di Cetrato non era la “nave dei veleni” Cunski, ma la motonave “Catania”.

Dopo alcuni giorni, il settimanale “L’Espresso” nell’articolo “Una nave e mille misteri” diceva che la nave “studiata” alla fine di ottobre non era la stessa di quella scoperta il 12 settembre. Molti pensano che il governo voglia insabbiare questo ennesimo scandalo.

Proprio oggi(15 novembre), il “Quotidiano della Calabria” propone in prima pagina un lungo articolo del direttore Matteo Cosenza sulla questione “insabbiamento”. Secondo il quotidiano, il governo avrebbe respinto la petizione “Liberi dalle scorie”(sottoscritta da 27.938 persone) lanciata dal giornale per chiedere chiarezza sulla presenza di rifiuti radioattivi e di altre sostanze nocive sul territorio regionale. Inoltre, nella petizione si chiedeva la verifica del contenuto della stiva del relitto di Cetraro e una seria ricerca per controllare se ci fossero altre navi a perdere nel Mediterraneo.

Matteo Cosenza scrive “A Palazzo Chigi non vogliono neanche acquisire tale documento indipendentemente dalla volontà, tutta da verificare, di dare corso alle richieste in esso contenute. Il Governo ritiene chiuso il caso dopo il ritrovamento del Catania al largo di Cetraro. Inutile ricordare che quello del Cunsky(Catania?) era solo uno dei punti della petizione: il no è stato netto e imbarazzato".

Credits: Il Quotidiano della Calabria.

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