CGIL: Il potere d’acquisto degli italiani è calato di oltre 5 mila euro

Negli ultimi 10 anni il potere d'acquisto degli italiani è calato di oltre 5 mila euro Oggi(27 settembre), la CGIL ha presentato il suo rapporto sulla crisi dei salari. I dati non sono per niente confortanti.

La CGIL spiega che nel decennio 2000-2010 le retribuzioni hanno avuto, a causa dell'inflazione effettiva più alta di quella prevista, una perdita cumulata del potere di acquisto di 3.384 euro ai quali si aggiungono oltre 2 mila euro di mancata restituzione del fiscal drag. Tradotto, significa che negli ultimi 10 anni il potere d’acquisto dei lavoratori italiani è calato di 5.453 euro.

Negli ultimi due anni la pressione fiscale è aumentata dello 0,4%, mentre le retribuzioni sono cresciute in media di 16,4 euro netti al mese. Calcolando anche l’incidenza della cassa integrazione, l’aumento scende a soli 5,9 euro al mese. La perdita del potere d’acquisto del ultimi 10 anni equivale a circa 44 miliardi di euro di maggiori entrante per lo Stato.

La CGIL sostiene che il 2002 e il 2003 sono stati gli anni peggiori per le retribuzioni italiane, con oltre 6 mila euro di perdita cumulata a causa dell’aumento dell’inflazione. Guarda caso, in quel periodo c’era il passaggio dalla lira all’euro. Il governo Berlusconi dormì(volutamente?) alla grande sul controllo del prezzi.

A parte il 2006, negli anni successivi è stato recuperato il potere d’acquisto, riducendo la perdita a 3.284 euro. Gli anni migliori sono stati il 2008(+1.964 euro) e il 2009(+1.269 euro). Nel 2008 si è registrato un aumento in busta paga del 5,7%. Nel 2009 il recupero è stato causato dalla crisi economica che ha fatto crollare l’inflazione.

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