Le celebrazioni dell’Unità d’Italia in un paese diviso

I 150 anni dell'Unità d'Italia

Oggi, gli italiani stanno celebrando il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Dopo la spedizione dei mille, il Piemonte “conquistò” il regno delle due Sicilie.

Il 17 marzo del 1861 Vittorio Emanuele II firmava la legge con la quale, accogliendo i voti del primo Parlamento italiano riunito a Torino, assumeva per sé e per i suoi successori il titolo di re d’Italia. Nasceva così lo Stato nazionale unitario. Da qui nasce la storia del paese Italia.

In questi 150 anni c’è stata una progressivo arricchimento del Nord a scapito del Sud del paese. Negli ultimi anni il meridione(in particolare la Campania) è diventato la discarica dei rifiuti tossici prodotti dalle aziende “padane”. Per capirci meglio, mentre al Nord aumentava il PIL e l’occupazione, nel Mezzogiorno si registrava un aumento di malattie incurabili. Questa è l’Unità d’Italia?

Alle celebrazioni dell’Unità il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto molti applausi, mentre La Russa, Alemanno, i leghisti e Berlusconi hanno ricevuto solo fischi. La folla ha urlato al premier di dimettersi. Berlusconi ha risposto “Non lascio il paese ai comunisti”. E basta. Non se ne può con questa storia.

Il governo ha deciso di intraprendere la strada del nucleare senza avere il “consenso” del popolo. E’ inutile che il governatore Caldoro dica di essere favorevole al nucleare, perché in Campania non si faranno centrali. A costo di mandare al “patibolo” il presidente della Regione Campania. La mia regione ha già dato.

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