Alfano: Reato pubblicare intercettazioni irrilevanti

Angelino Alfano e Silvio BerlusconiL’estate è iniziata da tre giorni e puntualmente, da due anni a questa parte, il governo Berlusconi torna a parlare di intercettazioni. Sembra quasi che i problemi dell’Italia siano limitati alla privacy e al costo delle indagini. Ma ci rendiamo conto da quale classe politica siamo rappresentati?

Dopo lo scandalo della cosiddetta P4, Berlusconi e company si sono nuovamente attivati per approvare una legge per limitare la pubblicazione delle intercettazioni sui media. Ieri(23 giugno), alcuni media hanno scritto che il governo Berlusconi voleva rispolverare il DDL Mastella votato in modo bipartisan nel 2007.

Il testo impedirebbe ai giornali di pubblicare, anche per riassunto o nel contenuto, le telefonate fino al processo. Le carte contenute nel fascicolo del pm dovranno addirittura aspettare la sentenza di appello. Richieste del pm e ordinanze del gip, anche se notificate agli avvocati, non potranno essere pubblicate integralmente.

Il “progetto” è stato smentito da Franco Frattini. Il ministro degli Esteri ha dichiarato “Non un decreto, ma una buona legge da approvare entro agosto. Spero che ci sia la possibilità di farla entro agosto e sarebbe un bell’esempio se tutte le forze politiche si mettessero insieme d’accordo e la approvassero con urgenza”. Capito? Per i politicanti le urgenze non sono l’emergenza lavoro, il problema rifiuti di Napoli o il possibile fallimento dell’Italia, ma nascondere i “papocchi” che emergono dalle intercettazioni.

Angelino Alfano parla addirittura di reato penale. Il ministro della Giustizia ha dichiarato “Oltre che ad essere sbagliato moralmente è anche un reato da perseguire la pubblicazione delle intercettazioni penalmente irrilevanti. Nessuno però si fa carico di riparare al torto mentre anche questo è un reato da perseguire in base al principio dell’obbligatorietà dell’azione penale”.

Alfano ha “minacciato” di riproporre il DDL che si è arenato la scorsa estate alla Camera. Il ministro ha detto “Noi abbiamo scelto un percorso tre anni fa e non intendiamo né fare un decreto né orientare la prua in una direzione differente dal disegno di legge che il 29 luglio dello scorso anno è già stato discusso dalla Camera”.

Nel DDL menzionato da Alfano c’è anche un comma(il 29 dell’art.1) che equipara i siti informati(compreso i blog) a una testata registrata e obbliga i gestori a rettificare entro 48 ore una notizia quando richiesto. Se per caso un blogger non ha la possibilità di collegarsi ad internet per 48 o più ore rischia di ritrovarsi una sanzione fino a 12.500 euro. Mi sa che sarà l’ennesima estate infuocata…

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