Tabellini: Meglio essere pagati meno che licenziati

Per l'ex rettore della Bocconi si deve consentire alle aziende meno produttive di far scendere gli stipendi anche sotto il minimi contrattuali.

Guido TabelliniIl tizio che vedete nella foto è Guido Tabellini, un economista ed ex rettore della Bocconi. L’uomo in questione è anche l’esponente più autorevole della cabina di regia economica che Matteo Renzi vorrebbe a Palazzo Chigi. Fin qui nulla di anormale. Tabellini ha rilasciato un’intervista a “Il Fatto Quotidiano” in cui propone una cosa interessante e due cose disastrose.

L’economista ha detto: “Per uscire dalla crisi dobbiamo fare come Stati Uniti e Giappone. Fare deficit per finanziare tagli di tasse. La Banca Centrale Europea dovrebbe sostenere questa politica acquistando titoli di stato”. Questa la cosa positiva, passiamo alle castronerie. L’ex “bocconiano” propone di tagliare i trasferimenti alle Ferrovie e alle Poste e ad altri servizi per ridurre i contributi sociali pagati dalle imprese. Ma non finisce qui. Tabellini vuole abolire il contratto nazionale di lavoro per consentire alle imprese meno produttive di far scendere i salari anche sotto il minimi contrattuali.

Dice proprio così, precisando, con supposto buon senso: meglio essere pagati meno che licenziati. Il piano “folle” di Tabellini porterebbe un aumento del prezzo dei servizi(Ferrovie, Poste etc…) e una riduzione drastica del potere di acquisto degli italiani. Il risultato? La gente non arriverebbe alla seconda settimana del mese e ci sarebbe un ulteriore crollo dei consumi interni. Tabellini lo sa, ma precisa che la sua “ricetta” porterebbe una maggiore domanda estera. Non fa niente se poi la maggioranza degli italiani farebbe la fame. Quando non puoi svalutare la moneta, svaluti gli stipendi. Diffidate da coloro che sostengono che bisogna puntare tutto sull’export, perché trasformeranno l’Italia in un Paese povero.

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