Quantitative easing favorisce la Germania?
Lo scorso 9 marzo è partito il Quantitative easing della Banca Centrale Europea, il vasto programma di acquisti di titoli da 60 miliardi di euro al mese che durerà fino a settembre 2016. Sulla carta il piano della BCE doveva favorire i Paesi in difficoltà, invece è la Germania ad avere i maggiori benefici.
Il differenziale tra Btp italiani e Bund tedeschi si ampliato di 38 punti in poco più di un mese. Dal 10 marzo ad oggi lo spread è passato da 100 a 138 punti. Come mai? Il ritorno delle tensioni sui mercati del debito dei paesi più vulnerabili dell’Eurozona è legato allo stallo della trattativa sul debito greco. Ma non solo. L’aumento dello spread italiano è dovuto anche al calo dei rendimenti dei Bund decennali. Il 10 marzo il tasso del Bund tedesco era allo 0,226%, mentre quello del Btp italiano era all’1,231%. Oggi(17 aprile) il decennale tedesco viene offerto al minimo storico dello 0,081%, mentre quello italiano all’1,464%. Il tasso di interesse sul debito pubblico italiano è aumentato dello 0,233% in poco più di mese, mentre quello tedesco è calato dello 0,145%. E meno male che il Quantitative easing avrebbe dovuto restringere lo spread tra Italia e Germania.
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