Tragico naufragio nel canale di Sicilia. Si temono 700 morti

Un barcone si è capovolto a nord della costa libica mentre un mercantile si avvicinava per i soccorsi. Si temono 700 morti.

Il luogo della strageEnnesima strage di migranti nel mar Mediterraneo. A 73 miglia a nord della Libia, in acque internazionali, un barcone con a bordo centinaia di migranti si è capovolto. Sul posto ci sono 18 mezzi tra Guardia Finanza, Guardia Costiera, pescherecci e navi mercantili. Presente anche un elicottero. Recuperati finora 49 superstiti e 24 corpi. Si temono 700 morti.

Ieri c’era stata una richiesta di aiuto alla Guardia Costiera da parte dello scafo. Un mercantile portoghese, dirottato per i soccorsi, ha visto capovolgersi il peschereccio intorno alla mezzanotte. Se il numero dei migranti stipati all’inverosimile sul natante fosse confermato, sarebbe la tragedia più grande mai avvenuta nel Canale di Sicilia. Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, ha dichiarato: “Una ecatombe senza precedenti. Contro le tragedia di immigrati in mare serve un’operazione ‘Mare nostrum’ europea. La chiediamo da oltre un anno e non c’è stata risposta”. Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera UE, ha dichiarato: “L’'UE deve affrontare queste tragedie senza indugio serve la condivisione della responsabilità tra tutti i 28 Paesi che per troppo tempo è stata lasciata solo ai Paesi del Sud”. Una domanda sorge spontanea: agli altri stati europei interessa la salvaguardia dei migranti?

L’UE ha scaricato il problema migranti sui paesi del Sud, in particolare sull’Italia. La loro “gestione” rappresenta un problema non solo dal punto di vista economico. La Convenzione di Dublino II prevede che un rifugiato deve rimanere nel primo Paese di arrivo. Quindi se arrivano tutti in Italia per ragioni geografiche di vicinanza all’Africa devono rimanere nel nostro Paese anche se non vogliono. Il regolamento impedisce i diritti legali e il benessere personale dei richiedenti asilo, compreso il diritto a un equo esame della loro domanda d’asilo e, ove riconosciuto, a una protezione effettiva. Esso conduce inoltre a una distribuzione ineguale delle richieste d’asilo tra gli Stati membri. Conclusioni? La Convenzione di Dublino II andrebbe rivista, passando ad una concezione “europea” delle frontiere, e non più nazionale. Cosa accadrà? In Italia ci sarà la solita guerra tra populisti di destra e perbenisti ipocriti di sinistra che non porta a nulla.

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