UE boccia reverse change sull’IVA, buco da 728 milioni

Bruxelles blocca l'inversione contabile applicata alla grande distribuzione. La clausola di salvaguardia prevede un aumento automatico dell’accise sui carburanti.

Matteo RenziLa Commissione UE si oppone alla richiesta dell’Italia di una deroga alla normativa UE sull’IVA per estendere l’inversione contabile(reverse change) ai fornitori della grande distribuzione. La misura vale 728 milioni di euro nel bilancio italiano. Perché è stata bocciata?

Secondo la Commissione UE “non c’è prova sufficiente che la misura richiesta contribuirebbe a combattere le frodi”. La UE scrive: “Ogni deroga al sistema di pagamento frazionato deve essere misura di emergenza. La procedura di reverse charge non deve essere usata sistematicamente per mascherare la sorveglianza inadeguata del fisco di uno Stato”. Dove prenderà i soldi il governo Renzi? Secondo quanto prevede la clausola di salvaguardia, il buco dovrebbe essere in teoria coperto attraverso l’aumento delle accise sulla benzina a partire dal 30 giugno 2015. Fonti del Mef hanno dichiarato: “C’è il fermo impegno del governo a non far scattare le clausole di salvaguardia”. Un’altra norma in bilico, lo split payment(vale a dire la richiesta italiana di pagamenti separati dell’IVA da parte dell’amministrazione pubblica), è ancora in fase di analisi da parte dell’UE. La sua eventuale bocciatura costerebbe altri 998 milioni di euro.

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