Funerali stile Padrino per Casamonica. Dov’è lo Stato?
Un funerale in stile “Padrino”, con tanto di carrozza con cavalli, petali di rosa lanciati dall’elicottero, la Rolls Royce, la banda che suona le celebri note di Nino Rota scritte per il film di Coppola e, infine, uno striscione con la scritta “Vittorio Casamonica re di Roma”.
Le esequie del boss del clan malavitoso dei Casamonica, 65 anni, si sono tenute nella Basilica di San Giovanni Bosco a Cinecittà. La Chiesa è la stessa che nel 2006 negò il rito funebre a Piergiorgio Welby, simbolo della lotta per l’eutanasia. “Con i suoi gesti si è messo in contrasto con la dottrina cattolica”. Questa è la motivazione che diede il Vicariato di Roma all’epoca. La moglie Mina ha dichiarato: “Il funerale del boss Vittorio Casamonica è stato uno schiaffo al sindaco e alla Chiesa: chissà che ne pensa il Papa. La decisione del Vicariato di Roma di negare i funerali religiosi a mio marito ce l’ho in gola”. Ma questa è un’altra storia.
I funerali sfarzosi di Vittorio Casamonica hanno certificato la morte dello Stato, ormai è chiaro che le periferie delle grandi città sono state abbandonate dalle istituzioni. Nei prossimi giorni ci saranno le solite interrogazioni parlamentari che non servono a nulla e le varie fazioni politiche si scontreranno nei programmi televisivi in modo finto, come fanno i concorrenti di un reality show. La verità è che i boss fanno comodo a molti politici, soprattutto quando c’è una campagna elettorale. La criminalità organizzata si sconfigge con la presenza dello Stato e creando benessere generalizzato. La gente si è stancata di parole al vento, vuole fatti.
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