Giro di vite contro senatori assenteisti

Dal 16 febbraio via ad accertamenti sull'effettiva presenza in aula a Palazzo Madama. La classifica degli assenteisti al Senato.

SenatoDa alcune settimane è in atto in Italia la “caccia” ai furbetti del tesserino, ovvero coloro che timbrano il cartellino pur non essendo presenti al lavoro. La “moda” ha contagiato anche i parlamentari. Alcune notizie di stampa parlano di senatori assenteisti che timbrano solo per assicurarsi la diaria mensile.

Come funziona il trucchetto? I senatori lasciano inserito il tesserino nello scranno e lo tornano a prendere a fine seduta. Il loro voto non risulterà ma verranno considerati presenti a tutti gli effetti. In questo modo non subiscono la decurtazione prevista per chi non partecipa almeno al 30% delle votazioni effettuate nell’arco della giornata come stabilisce il regolamento. La furbata, applicato con metodo e con una certa costanza, contando magari sull’aiutino di qualche collega compiacente, può fruttare 3.503 euro al mese. Dal 16 febbraio ci sarà un giro di vite sui furbetti del tesserino. Lo assicurano fonti di Palazzo Madama. Basterà? L’unica cosa certa è che ci sono alcuni senatori che non stanno quasi mai a Palazzo Madama, nemmeno per fare il trucchetto del tesserino. La classifica degli assenteisti è guidata dal “mitico” Niccolò Ghedini(Forza Italia) con il 98,99%. Al secondo posto troviamo Denis Verdini(AL-L), il nuovo amico di Matteo Renzi. Il senatore toscano ha una percentuale di assenze dell’87,23%. Sul gradino più basso del podio c’è Giulio Tremonti(GAL) con l’81,40%.

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