Euro ai massimo dal gennaio 2015

L'euro torna alle quotazioni precedenti al programma Quantitative easing della BCE. A rischio le esportazioni con la fine del QE?

L'andamento dell'euro negli ultimi anniEuro ancora oltre quota 1,20 dollari sui mercati valutari europei. La moneta unica europea oggi(8 settembre) ha chiuso a 1,2031 dollari, ai massimi da gennaio 2015. L’euro in un anno si è apprezzato sul dollaro del 14% e ieri il presidente della Banca Centrale Europa Mario Draghi ha sottolineato i rischi di un euro troppo forte per crescita ed inflazione.

Quali conseguenze porta per l’Italia un euro forte? A soffrire più di tutti da un rafforzamento della moneta è sicuramente l’export. Per lo stesso motivo per cui comprare all’estero diventa più conveniente, vendere all’estero è più oneroso. Una flessione dell’export, per un Paese esportatore come il nostro rischia di penalizzare la nostra economia. Il crollo dell’euro è iniziato con il programma Quantitative easing della BCE. La misura fu presa dal board dell’Eurotower per cercare di spingere l’inflazione fino al 2% e favorire le esportazioni verso i Paesi extra UE grazie alla svalutazione della moneta unica europea. Il QE dovrebbe terminare alla fine dell’anno, ma il consiglio direttivo della BCE avrebbe discusso della possibilità di prorogarlo fino a giugno 2018 riducendo gli acquisti a 40 o 20 miliardi. Secondo le fonti anonime citate inoltre, i titoli in scadenza, oggetto di reinvestimento, salirebbero lentamente a 15 miliardi al mese nel corso del 2018. La fine del Quantitative easing potrebbe far schizzare l’euro oltre quota 1,30 dollari. La quotazione più alta della moneta unica è del marzo 2008, quando veniva valutato 1,5774 dollari.

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