Il lavoro rifiutato dagli italiani e accettato dai migranti

I migranti servono per fare i lavori rifiutati dagli italiani. Questo è quello che dicono in TV. Davvero i nostri connazionali sono dei lavativi? La verità è un'altra.

MigrantiI migranti servono per occupare i posti di lavoro rifiutati dagli italiani e per pagare le pensioni. Questo è il ritornello che sentiamo spesso in televisione. Una domanda sorge spontanea: quali sono i lavori che vengono rifiutati dagli italiani “viziati”? Nella maggioranza dei casi sono impieghi sottopagati senza un contratto regolare. L’ultimo caso è accaduto in Calabria.

I migranti, principalmente provenienti dal Nigeria Gambia, Senegal e Guinea Bissau, venivano prelevati in una via parallela del centro di accoglienza “Ninfa Marina” di Amantea e portati a lavorare presso un’azienda agricola. I rifugiati venivano pagati 10 euro meno degli altri lavoratori “bianchi”: 25 euro invece di 35. Tutti i lavoratori erano comunque pagati in nero. Degradanti le condizioni di lavoro e di vita a cui erano sottoposti. Questo caso ci fa capire che la disperazione dei migranti incentiva il caporalato. Più che in Calabria sembra di essere tornati nelle colonie inglesi dell’America del Nord agli inizi del 1600. L’ennesimo caso di schiavismo moderno è stato scoperto dai carabinieri della compagnia di Paola(CS). Arresti domiciliari per 2 fratelli di 48 e 41 anni proprietari dell’azienda agricola, accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro con l’aggravante della discriminazione razziale. Sequestrati azienda e altri beni degli arrestati, per un valore di circa 2 milioni di euro. I migranti servono solo ai “prenditori” italiani. Questo è il mondo che vogliamo?

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