Renzi il megalomane

Matteo Renzi è tornato a sparare baggianate a raffica per plagiare i prolet. Ora fa i comizi anche in una chiesa. E' un megalomane?

Matteo RenziMatteo Renzi è tornato. Il segretario del Partito Democratico si è fatto notare per un comizio fatto nella Basilica della SS. Annunziata di Paestum, a ridosso dell’area archeologica. Qualcuno l’ha già ribattezzato Don Pioperculo.

“In una chiesa dove si celebra regolarmente non si possono fare comizi dall’altare. Nemmeno la Democrazia Cristiana lo faceva, anche perché non ne aveva bisogno dato che a volte erano proprio i preti a dare chiare indicazioni di voto durante l’omelia”. E’ quello che ha dichiarato il Monsignor Antonino Raspanti, vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana per il Sud e vescovo di Acireale. Come si spiega l’eccesso di protagonismo dell’ex premier? Renzi è un megalomane, ovvero una persona affetta da megalomania. Cosa significa? E’ uno stato psicopatologico caratterizzato da un eccesso maniacale permanente e da un esorbitante apprezzamento di sé e delle proprie capacità. Questa patologia induce la persona che ne soffre a manifestare di continuo la propria presunta superiorità e a cercare negli altri conferma delle proprie doti.

Le baggianate in libertà dell’ex premier

“O c’è il viaggio o non c’è futuro. Chi pensa di fermarsi nelle sue certezze è finito”. E’ quello che ha detto oggi(29 ottobre) Renzi alla conferenza programmatica del PD a Napoli. Chiaro il riferimento al viaggio in treno fatto dai renziani chiedendo le donazioni ai prolet. Il segretario del PD ha aggiunto: “Non siamo un partito di plastica, andiamo tra la gente, anche a costo di prendere insulti”. Peccato che questa affermazione sia falsa. Destinazione Italia doveva essere il viaggio che rimette in connessione il leader del PD con gli italiani. Ma dopo la prima settimana tra fischi, insulti e proteste nelle stazioni lo staff cambia programma e decide di non divulgare più le tappe, sottraendo il segretario alle imboscate di chi non gradisce la sua passerella lungo i binari. In pratica Renzi viaggia in incognito.

L’ex premier è tornato a sparare baggianate a raffica: “Il Paese è ripartito non per caso. E’ nostro dovere rivendicare i risultati”. Peccato che non dice che la “presunta” ripresa è stata favorita dal Quantitative easing della Banca Centrale Europea e dalla quotazione bassa del petrolio. L’occupazione è cresciuta grazie ai bonus, i quali hanno falsificato il mercato del lavoro. L’azienda, infatti, ha tutto l’interesse ad assumere persone che rientrano nella fascia d’età dove sono previsti sgravi fiscali. Il lavoro creato da Renzi è precario e sottopagato. L’ex premier ha ribadito un ritornello del PD: “Vogliamo più Europa, ma non quella della tecnocrazia. E non è populismo”. In un Paese “normale” Renzi non sarebbe più credibile. Ma siamo in Italia.

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