Scampia: Bonifica bloccata per l’ex mobilificio Gorgone

La tettoia dei capannoni dell'ex mobilificio Gorgone sono in fibra di amianto, materiale che se inalato provoca il cancro. A due anni di distanza dalla denuncia di Fanpage nulla è cambiato. La bonifica è ferma per colpa della burocrazia.

GorgoneNella zona nord di Napoli è presente un’area industriale dismessa di 20 mila metri quadrati in pieno centro abitato. Sono i cinque capannoni dell’ex mobilificio Gorgone, che rappresentano una vera e propria bomba ambientale per i cittadini. La tettoria dei fabbricati, infatti, è fatta in fibra di amianto, materiale che se inalato provoca il cancro ai polmoni. Nel gennaio 2015 il quotidiano online Fanpage realizzò un servizio sul problema ambientale, ma a due anni di distanza dalla denuncia nulla è cambiato.

Le tettoie e le strutture in amianto sono ancora lasciate marcire tra l’incuria generale e continuano ad emettere quotidianamente i filamenti killer che finiscono nell’aria mettendo a rischio la salute dei cittadini di Scampia. In passato l’area dell’ex mobilificio Gorgone è stata utilizzata dagli ecocriminali come discarica illegale di rifiuti tossici e in uno dei capannoni scoppiò anche un incendio. Nel 2011 l’area è stata messa sotto sequestro dalla Polizia Municipale. A seguito della raccolta firme presentata allo Sportello Amianto Nazionale, il comitato tecnico e legale si è immediatamente mosso per capire la situazione e trovare le opportunità necessarie per avviare immediatamente le opere di bonifica. Il 13 Luglio 2017 è partita una interlocuzione ufficiale con il Comune di Napoli e una serie di accessi agli atti sia presso le strutture comunali che presso la Procura della Repubblica. Lo scorso novembre si è scoperto che la bonifica dell’area non era partita a causa del sequestro penale fatto nel 2011. Lo Sportello Amianto Nazionale si è concentrata nel tenere in allerta l’amministrazione pubblica e monitorare il termine di dissequestro presso la Procura della Repubblica. Una volta “liberata” l’area dalla burocrazia, verrà indetta la gara d’appalto per la bonifica. Tradotto, significa attendere altri mesi, se non anni. Alla fine vince sempre la burocrazia, anche quando c’è in ballo la salute delle persone.

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