Cgil: 65 giorni per una visita nella Sanità pubblica

Fino a 65 giorni di lista d'attesa per una visita nella Sanità pubblica. I dati emergono dallo studio della Funzione pubblica della Cgil, realizzato da C.R.E.A..

65 giorni per una visita nella Sanità pubblicaLa Sanità pubblica compie 40 anni il 23 dicembre 2018. Non c’è nulla da festeggiare. In Italia il rapporto tra la spesa sanitaria e PIL continua a calare, creando non pochi disagi ai cittadini che devono fare analisi e esami diagnostici. L’attesa per una visita nella Sanità pubblica in media è di 65 giorni, contro i 6 nell’intramoenia, 7 nel privato e 32 per il privato convenzionato. Per una visita specialistica o un esame, nel pubblico, in 3 anni l’attesa è aumentata di 20-27 giorni. I dati emergono dallo studio della Funzione pubblica della Cgil, realizzato da C.R.E.A., su un campione di 26 milioni di cittadini, in Lombardia, Veneto, Lazio e Campania.

Nel dettaglio delle prestazioni, i giorni di attesa della Sanità pubblica sono estremamente lunghi: si va da 22,6 giorni per una radiografia articolare a 96,2 per una Colonscopia. Le stesse prestazioni registrano attese invece in intramoenia di 4,4(radiografia articolare) e 6,7(Colonscopia), privato convenzionato rispettivamente di 8,6 e 46,5; infine, privato a pagamento di 3,3 e 10,2. Dal 2014 a oggi l’attesa per una visita oculistica nel pubblico è aumentata da 61 giorni a 88(+ 26 giorni) e quella per una visita ortopedica da 36 giorni a 56(+20 giorni). Quanto al costo, le visite private, in molti casi, “non sono troppo distanti dal costo del ticket” e in alcuni casi il costo è uguale o inferiore a quelli dell’intramoenia. A fronte di una spesa media pro-capite nazionale per il 2015 di 300,12 euro(Campania 377 euro, Umbria 151,81 euro), per le Regioni analizzate si va dal dato della Campania(che si conferma la Regione con maggior presenza di privato), al Lazio(376,41 euro), Lombardia(361,23 euro), per finire con il Veneto(286,94 euro). Fra il 2010 e il 2015, la spesa pro capite in convenzione è rimasta stabile in Campania, mentre si è ridotta rispettivamente del 13% e del 14% in Lazio e Lombardia, diminuendo del 5% anche in Veneto. Quindi, si conferma che la Campania è, in assoluto, la Regione con il maggior ricorso al privato, mentre il Veneto è fra quelle con la maggiore quota di copertura pubblica. Il divario fra Regioni è emerso anche dalla campagna “La salute è uguale per tutti” di Cittadinanzattiva. La ricerca della Cgil evidenzia come la Sanità pubblica sia costantemente boicottata per spingere verso il modello assicurativo privato. Serena Sorrentino, segreteria generale della Funzione pubblica Cgil, ha dichiarato: “Solo con più occupazione e con un potenzialmente della Sanità pubblica si possono cambiare i dati negativi emersi dal report”.

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