Sud ha votato M5S per avere reddito di cittadinanza?
Le elezioni politiche 2018 hanno visto il successo storico del Movimento 5 Stelle. Il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio ha preso 10.697.994 preferenze alla Camera e 9.713.763 al Senato. Il M5S si è imposto principalmente nelle regioni del Sud e nelle isole. Alcuni commentatori hanno sostenuto che il successo del Movimento 5 Stelle nel Mezzogiorno si spieghi con il sostegno belluino e incondizionato di milioni di nullafacenti, disoccupati, sottoccupati ed evasori incalliti, che avrebbero così votato soltanto per garantirsi il lauto bonifico del reddito di cittadinanza.
Devo dire che è una lettura molto triste e in parte anche razzista. Passa ancora una volta l’idea che i meridionali non vogliono fare nulla e che pretendono l’assistenzialismo. In poche parole è la solita narrazione becera e distorta del Sud, costruita in fretta e furia per nascondere tonnellate di polvere sotto il tappeto dell’ipocrisia. La verità è un’altra: la gente ha votato in massa il M5S perché si è stancata della fuffa(o solfa) renziana e non crede più alle favole narrate da Silvio Berlusconi. Una domanda sorge spontanea: chi ha votato il Movimento 5 Stelle? Ipsos Public Affairs, elaborando dati propri e del Ministero dell’Interno, ha spacchettato il voto di domenica fornendoci alcune interessanti risposte. La cosa che più colpisce della vittoria del M5S è la trasversalità. In questa tornata il movimento di Grillo è diventato un partito non solo compiutamente nazionale ma anche interclassista e generazionale come solo il PDL nel 2008 e la DC negli anni d’oro, riuscirono ad essere.
Il Movimento 5 Stelle ha raccolto la stessa percentuale di voti(32%) sia tra i maschi che tra le donne. La fascia 18-34 anni è quella dove il M5S prende più voti, ma ottiene primato e percentuali importanti nelle fasce 35-49(35,4%) e 50-64(34%). Gli over 65 sono l’unica fascia in cui il Partito Democratico di Matteo Renzi è davanti al M5S(27,3% contro 27,1%). Il 29,3% dei laureati ha messo una croce sul movimento fondato da Grillo e Casaleggio; il PD è distaccato di 7,5 punti percentuali. Il divario cresce tra i diplomati: 36,1% ha votato per il M5S contro il 16,1% del Partito Democratico. Un consenso che si mantiene altrettanto alto tra gli elettori che hanno conseguito la licenza media e quella elementare. Il Movimento 5 Stelle sbaraglia il campo confermandosi primo partito in ogni fascia professionale, tranne tra i pensionati. Al primo posto ci sono i disoccupati con il 37,2%. Seguono operai(37%), impiegati-insegnanti(36,1%), studenti(32,3%), lavoratori autonomi-commercianti-artigiani(31,8%) e dirigenti e imprenditori(31,2%). Le prime due categorie fanno capire sono state fallimentari le politiche fatte dal PD di Renzi.
Elezioni 2018. Genere, età, professione: identikit dei nuovi elettori a Cinque stelle https://t.co/7IDVrY5Wa1
— Maxso Magazine (@MaxsoMagazine) 7 marzo 2018
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