Spesa migranti salirà a 5 miliardi nel 2018

Nel DEF la spesa per l'emergenza migranti salirà fino a 5 miliardi nel 2018. Tutti soldi tolti alla collettività per far "mangiare" gli amici degli amici. Nel 2017 la spesa è stata di 4,3 miliardi.

MigrantiNel 2017 i migranti sbarcati in Italia sono stati 119 mila, ben 62.126 in meno rispetto al record di 181.126 del 2016. Sono i dati dell’agenzia europea Frontex. La diminuzione degli sbarchi non si riflette su una minore spesa pubblica. Nel 2017, infatti, l’Italia ha buttato 4,3 miliardi di euro per la finta accoglienza. Si tratta di 700 milioni in più rispetto al 2016, anno in cui la spesa è stata di 3,6 miliardi di euro.

L’escalation dei costi non si fermerà nemmeno nel 2018: la spesa per affrontare l’emergenza migranti potrebbe salire fino a 5 miliardi di euro. Non lo dice il “leghista” Matteo Salvini, ma è la stima indicata nel Documento di programmazione economica finanziaria(DEF). Nel DEF c’è scritto: “La diminuzione degli sbarchi non si riflette in una proporzionale riduzione della permanenza dei migranti nei centri di accoglienza, anche per i limitati esiti dei piani UE di ricollocamento”. All’inizio di aprile 2018 erano circa 174 mila le persone ospitate nelle strutture. La spesa per i migranti sono soldi che vengono sottratti alla collettività per far “mangiare” gli amici degli amici(associazioni, cooperative etc…). Alcuni giornalisti e politici sostengono che l’emergenza migranti viene pagata con i soldi dell’Unione Europea. E’ una bufala. La Commissione europea ha stanziato 2,4 miliardi di euro per il periodo 2015-2020. La fetta più rilevante, circa 560 milioni, è riservata all’Italia. Facendo un rapido calcolo, si scopre che il nostro Paese riceve ogni anno 93,3 milioni di euro dall’UE. Una cifra ridicola rispetto a quanto sborsiamo ogni anno. L’unico “regalo” che ci fa l’Unione Europea è una flessibilità di pari importo ogni anno, ma bisogna considerare che flessibilità significa altro debito. Chi lo pagherà? Il contribuente italiano attraverso le tasse.

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