Rimodulazioni Vodafone vanno fermate con intervento legislativo

La modifica unilaterale del contratto permette ai gestori telefonici di aumentare le tariffe a proprio piacimento senza che nessuno intervenga. Maestra in rimodulazioni è la compagnia Vodafone, che è arrivata al punto di comunicare una modifica unilaterale del contratto ogni settimana.

Rimodulazioni VodafoneIl mercato di telefonia mobile e fisso continua ad essere un far west senza regole. Il ritorno alla fatturazione mensile imposta dalla legge 172/2017 sembrava una grande vittoria per i consumatori, invece siamo tornati al punto di partenza. Le compagnie telefoniche hanno trovato un altro modo per “fregare” soldi ai malcapitati clienti. Si tratta della modifica unilaterale del contratto che permette ai gestori di aumentare le tariffe a proprio piacimento senza che nessuno intervenga.

Le cosiddette rimodulazioni sono legali: le offerte a tempo indeterminato di tutti i gestori telefonici possono essere modificate dallo stesso gestore come previsto dall’articolo 70 comma 4 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche. Il cliente può chiedere il recesso senza pagare costi di disattivazione del servizio nè gli importi relativi alle promozioni già godute. C’è però un problema: nel caso venga acquistato un modem o uno smartphone abbinato all’offerta bisognerà pagare le restanti rate. Questo significa che il recesso senza costi è solo sulla carta. Le modifiche unilaterali del contratto vanno fermate. Maestra in rimodulazioni è la compagnia Vodafone, che è arrivata al punto di comunicare una modifica unilaterale del contratto ogni settimana. Lo scorso 13 luglio vi ho parlato della rimodulazione a ritmo di musica per i clienti di rete fissa Vodafone. La compagnia telefonica informa che dal 10 novembre 2018 il canone mensile aumenterà di 2,50 euro, che sommati ai 3 euro della rimodulazione entrata in vigore il 10 luglio fanno un rincaro 5,50 euro nell’arco di 4 mesi. Un salasso per i clienti Vodafone.

Negli ultimi giorni la compagnia telefonica sta facendo qualcosa di ben più grave, questa volta nel settore mobile. Per “rubare” clienti alla concorrenza offre delle tariffe convenienti, ma una volta attivata la SIM i malcapitati ricevono un SMS con la rimodulazione. Una pratica assolutamente scorretta che sta facendo insorgere i consumatori. Federconsumatori si impegnerà per eseguire tutte le verifiche del caso al fine di segnalare le eventuali anomalie riscontrate all’Antitrust. La compagnia Vodafone fu la prima nel 2015 a trasformare il mese in 28 giorni ed è la prima che sta facendo rimodulazioni senza limiti. La pratica “frega soldi” è stata copiata anche da Tim e Fastweb, che pochi settimane fa hanno comunicato ai proprio clienti una modifica unilaterale del contratto con relativo aumento tariffario. Il problema rimodulazioni si risolve solo con un intervento legislativo. Le compagnie telefoniche dovrebbero essere obbligate a rispettare il contratto per almeno 24 mesi senza fare rimodulazioni. Passati i due anni si dovrebbe permettere una sola modifica unilaterali di contratto all’anno. E’ così difficile mettere in pratica questa cosa?

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