Centro di accoglienza migranti a Secondigliano

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera per il centro di accoglienza a Secondigliano. 22 richiedenti asilo saranno ospitati in un centro confiscato alla camorra. VII Municipalità contraria.

Centro di accoglienza migranti a SecondiglianoIl sindaco Luigi De Magistris va a prendere i migranti in mezzo al mare e poi li sbatte in periferia. Può essere riassunta con questa battuta l’ennesima decisione discutibile del Comune di Napoli. Il Consiglio comunale ha approvato la delibera per il centro di accoglienza a Secondigliano. I 22 richiedenti asilo verranno ospitati in un bene confiscato alla camorra in via Vittorio Emanuele, nel centro storico del quartiere. Contrario al centro di accoglienza è Maurizio Moschetti, presidente della VII Municipalità.

Come al solito, il Comune di Napoli ha deciso senza interpellare la cittadinanza. Moschetti ha dichiarato: “Dopo l’ipotesi di cui si era parlato nelle scorse settimane, abbiamo inviato altre tre note all’assessore al welfare Roberta Gaeta, che non ci ha mai presi in considerazione. Faremo subito un referendum popolare per dire no”. Per chi non lo sapesse, la Gaeta è la stessa tizia che un anno fa dichiarò che i Rom sfollati di Scampia non potevano essere trasferiti nella “Napoli bene” perché avrebbero subito un trauma. Roba da matti. Chiariamo subito che il problema non sono i migranti, ma il fatto che si pensa alla periferia solo per stoccare rifiuti, Rom e migranti. L’amministrazione comunale ha in programma di realizzare due impianti di rifiuti nella zona nord: uno a Scampia e un altro a San Pietro a Patierno, a pochi passi da Secondigliano. Senza contare che resta irrisolto il problema del campo Rom abusivo che blocca l’uscita dell’asse mediano. Il Comune di Napoli continua a mortificare le periferie con decisioni folli e senza pianificare un programma di sviluppo che crei lavoro. I due impianti di rifiuti e il centro di accoglienza porterebbe a un ulteriore depauperamento della zona nord, già caratterizzato da fenomeni di diffusa povertà e bassi livelli occupazionali.

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