Amazon ad Arzano con deposito di smistamento

Amazon approda ad Arzano(Napoli), dove realizzerà un nuovo deposito di smistamento. La nuova struttura creerà circa 180 posti di lavoro a tempo indeterminato nei prossimi anni. Quello di Arzano è il primo aperto al Sud.

Un deposito AmazonAmazon aprirà un nuovo deposito di smistamento ad Arzano, in provincia di Napoli. Il centro di 13 mila metri quadrati porterà 30 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato nei prossimi mesi. Il deposito di smistamento ad Arzano lavorerà con diversi fornitori locali di servizi di consegna e 150 autisti saranno assunti a tempo indeterminato per rafforzare la rete di consegna. I corrieri ritireranno i pacchi dal deposito di smistamento di Arzano e li consegneranno ai clienti di Amazon in Campania.

Amazon è un colosso del commercio elettronico. Fondata con il nome di Cadabra.com da Jeff Bezos nel 1994 e lanciata nel 1995, Amazon.com iniziò come libreria online, ma nel corso degli anni ha allargato la gamma dei prodotti venduti. Oggi su Amazon puoi acquistare DVD, CD musicali, software, videogiochi, prodotti elettronici, abbigliamento, mobilia, cibo, giocattoli e altro ancora. Amazon ha aperto tre centri di distribuzione in Italia: Castel San Giovanni(2013), Passo Corese(2017) e Vercelli(2018). Nei giorni scorsi sono iniziate le selezioni per lavorare nel nuovo polo logistico che aprirà a Torrazza Piemonte, in provincia di Torino. Il deposito di smistamento di Arzano sarà il decimo aperto in Italia e nasce nel segno dell'espansione verso il Sud di Amazon. Gli altri nove sono ubicati a Buccinasco(Milano), Avigliana(Torino), Origgio(Varese), Rogoredo(Milano), Crespellano(Bologna), Calenzano(Firenze), Vigonza(Padova), Pomezia(Roma) e Fiano Romano/Passo Corese(Roma). Le 30 posizioni di lavoro per il deposito di smistamento di Arzano saranno presto visibili sul sito www.amazon.jobs/it/landing_pages/lavoro. Dalla sua apertura nel 2010 a oggi, Amazon ha investito oltre 1,6 miliardi di euro e ha creato 5.500 posti di lavoro in Italia. Il colosso del commercio elettronico negli ultimi anni è finita spesso nel mirino dei sindacati con l’accusa di non tutelare i diritti dei lavoratori che operano nei magazzini.

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