La concessione del telefono

Di Andrea Camilleri e pubblicato da Sellerio, "La concessione del telefono" è un romanzo ambientato in Sicilia a fine ‘800 e riguarda la richiesta della concessione di una linea telefonica ad uso privato.

La concessione del telefonoLa concessione del telefono” è un libro di Andrea Camilleri e pubblicato da Sellerio. Nato a Porto Empedocle(Agrigento) nel 1925, Andrea Camilleri vive da anni a Roma. Esordisce come romanziere nel 1978 con “Il corso delle cose”. Nel 1994 con “La forma dell’acqua” dà vita al personaggio del commissario Montalbano, protagonista di una nutrita serie di romanzi. Da quel momento la sua produzione è molto ricca e il successo immenso.”La concessione del telefono” è il 13esimo libro dello scrittore siciliano ed è stato pubblicato nel 1998.

La storia si svolge nella Sicilia di fine Ottocento tra Palermo, Montelusa e Vigata, tra il 12 giugno 1891 e il 20 agosto 1892. Filippo Genuardi, piccolo commerciante di legnami, invia tre lettere al prefetto Vittorio Marascianno per richiedere l’installazione di una linea telefonica tra il suo magazzino e l’abitazione del suocero, ricco uomo d’affari. Dopo quattro mesi, il capo di gabinetto, per l’interessamento di un boss mafioso, gli fornisce dei chiarimenti; nel contempo, lo informa sul reale cognome del prefetto: Marascianno anziché Parascianno. E’ da questa storpiatura, inconsapevolmente fatta dal Genuardi, che nasce il risentimento dell’autorità governativa: Parascianno nel vernacolo napoletano significa “membro d’animalesche proporzioni”. Lo scontro tra la burocrazia e le “tradizioni” siciliane fanno da sfondo ad una storia quasi surreale, con spunti di comicità e di tragicommedia.

Lo scrittore Camilleri riesce a farci vivere l’odissea di un normale cittadino che a un certo punto della sua vita chiede una concessione del telefono, quando per avere l’allaccio servivano lunghe pratiche, indagini accurate e lavori per portare la linea sino al richiedente. Surreale e al tempo stesso credibilissima e tribolata, una storia tutta italiana, ma forse comune anche ad altri Paesi dove la sovrabbondanza di burocrazia diventa teatro dell’assurdo. Uno spaccato di vita in Sicilia a fine ‘800, uno sguardo ai sotterfugi, alle nefandezze e alle trame infinite dietro storie apparentemente semplici. Per quanto riguarda la struttura del libro “La concessione del telefono”, non c’è una trama raccontata dal narratore. I capitoli sono divisi in “cose scritte”, cioè biglietti, lettere, circolari degli uffici pubblici o articoli di giornale, e “cose dette”, ovvero le conversazioni che avvengono tra i vari personaggi. Lo schema è un po’ troppo ripetitivo. Non sono rimasto deluso, ma già a metà del libro potevo immaginarne la fine, il che non depone a favore della piacevolezza della lettura.

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