Le opere pubbliche incompiute in Italia
In Italia si continua a parlare di investimenti pubblici per rilanciare il Paese. Il problema è che in alcuni casi i soldi pubblici per le infrastrutture finiscono nei conti correnti degli “amici degli amici” e le opere non vengono portate a termine. In questo blog ho già parlato del ponte incompleto di San Giacomo dei Capri, un’opera costata 800 milioni di vecchie lire. Una domanda sorge spontanea: quante sono le opere pubbliche incompiute in Italia?
Sono 647 le opere pubbliche iniziate, finanziate e mai concluse in tempo per ritardi nei lavori o per non aver superato i collaudi. E’ quello che emerge da un rapporto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Queste opere incompiute sono costate circa 4,16 miliardi di euro, pari a 166 euro per ogni famiglia italiana. Il Codacons stima che per portare a termine queste infrastrutture servirebbero quasi un altro miliardo e mezzo di euro. Tra le opere pubbliche incompiute ci sono autostrade che non portano da nessuna parte, stazioni senza binari e dighe inutilizzate e lasciate in stato di abbandono. La Sicilia ha il record delle opere pubbliche mai terminate. Sono 162 e la maggior parte non ha raggiunto il 50% del completamento. Fanpage.it ha realizzato un interessante servizio(video) su tre opere incompiute in Italia.
La diga di Gimigliano
In Calabria doveva essere costruita una delle più imponenti dighe d’Europa a Gimigliano. Con un’altezza di 108 metri e una capacità di 100 milioni di metri cubi d’acqua, il lago artificiale del Melito sarebbe dovuto diventare una risorsa fondamentale per risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico, riuscendo a servire circa 50 comuni delle province di Catanzaro e Vibo Valentia. I lavori per la diga di Gimigliano sono iniziati nel 1982. Ad oggi è stata completata solo per il 16% ed è già costata 47 milioni di euro. La storia di come sia stato possibile spendere questi soldi senza riuscire a portare a termine neppure un quinto del progetto è un mistero. Tra i ritardi e inchieste giudiziarie, l’unica cosa realizzata è stato l’esproprio delle case della zona.
La stazione di Matera
Capitale europea della cultura 2019 e patrimonio dell’Unesco, Matera è l’unico capoluogo di provincia italiano tagliato fuori dalla rete ferroviaria nazionale. Per la verità in città c’è una stazione, ma è senza binari. I treni da Milano, Roma, Napoli, arrivano nella stazione più vicina a Matera, quella di Ferrandina. Un piccolo hub ben tenuto in questo periodo, ma privo di presidio fisso, privo di taxi e con sporadici autobus. I lavori della ferrovia Ferrandina-Matera sono partiti nel 1986 con uno stanziamento di 350 miliardi di lire. I lavori si fermano nel 2003. Per completare mancava l’armamento dei binari e per questo era disponibile un finanziamento di 80 milioni. In seguito i soldi vengono dirottati altrove e il collegamento con Matera diventa solo un sogno. Nel 2016 la Commissione Bilancio della Camera approva lo stanziamento di altri 210 milioni di euro per il completamento della linea ferroviaria e l’adeguamento ai treni dell’Alta Velocità. I lavori dovrebbero partire nel 2019 e terminare nel 2022.
L’autostrada Asti-Cuneo
L’A33 è un’autostrada italiana che dovrebbe collegare Asti a Cuneo. I lavori sono iniziati nel 2000 e dovevano terminare nel 2012. Per concludere l’autostrada, di cui il primo tratto é stato inaugurato nel 2005, mancano ancora 9 chilometri. Per questo motivo qualcuno ha ribattezzato l’autostrada Asti-Cuneo la “Salerno-Reggio Calabria del Nord Ovest”. Quest’opera incompiuta è già costata 470 milioni di euro. Ad oggi sono due le tratte ancora da terminare, con uno stop dei lavori sette anni fa per mancanza di fondi. L’autostrada termina in modo brusco tra Roddi, l’uscita per Alba, e Cherasco. Un percorso lungo 9 chilometri, dei quali 6 di autostrada e 3 di tangenziale veloce per Alba, già esistente ma bisognosa di un restyling. C’è da fare, inoltre, la nuova viabilità intorno a Cuneo. Oggi(1 agosto) il Cipe ha dato via libera al completamento dell’autostrada Asti-Cuneo.
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