Unicredit taglia 8 mila posti di lavoro

Unicredit ha annunciato il più grande piano di ristrutturazione della sua storia. Il programma di spending review della banca italiana taglia 8 mila posti di lavoro.

UnicreditUnicredit scarica la crisi sui dipendenti e clienti. La banca italiana avvia una profonda ristrutturazione, la più drastica dal 2008 dopo quella di Deutsche Bank. Unicredit ridurrà il personale di circa 8.000 unità nell’arco del piano 2020-2034. L’ottimizzazione della rete di filiali porterà alla chiusura di circa 500 sportelli. Gli 8 mila posti di lavoro verranno tagliati soprattutto in Italia, Germania e Austria, dove il personale verrà ridotto del 21% e verrà chiuso il 25% delle filiali.

L’Italia appare destinato a sostenere la parte più consistente degli esuberi: degli 1,4 miliardi di euro di costi di integrazione stimati per la loro gestione, infatti, 1,1 miliardi riguarderanno il nostro Paese(pari al 78% del totale) e solo 0,3 miliardi l’Austria e la Germania. Saranno tra 5.500 e 6 mila gli esuberi in Italia, con la chiusura di 450 filiali. Una bomba finanziaria, sociale e lavorativa sul punto di esplodere, l’ennesima dopo i casi Whirlpool ed ex Ilva. Il programma di spending review di Unicredit punta a creare 16 miliardi di valore per gli azionisti nell’arco del piano 2020-2023 e aumentare al 40% la distribuzione di capitale per il 2019. Il piano Team23 vuole portare i ricavi a 19,3 miliardi di euro nel 2023. Le esposizioni deteriorate lorde di Unicredit sono previste inferiori a 20 miliardi di euro alla fine del 2023, con una consistente riduzione di quasi 60 miliardi dalla fine del 2015. La massimizzazione dei profitti delle banche ha portato un calo drastico delle filiali in Italia. Dal 2009 al 2018 le banche hanno ridotto di 11.500 unità gli sportelli bancari(-37%) mentre il numero dei dipendenti si è ridotto nello stesso periodo di oltre 112.000(-26%).

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