45.703 domande per prestito di 25 mila euro

I prestiti fino a 25 mila euro previsti dal Decreto liquidità non hanno finora riscosso l'interesse sperato. Le banche hanno fatto pervenire al Fondo di garanzia del Mediocredito Centrale 45.703 domande. Le imprese auspicano un prestito a fondo perduto.

Un negozio chiusoI prestiti fino a 25 mila euro previsti dal Decreto liquidità per sostenere liberi professionisti, lavoratori autonomi e Piccole medie imprese(PMI) non hanno finora riscosso l'interesse sperato. E’ quanto sostiene la Cgia di Mestre. Fino allo scorso 30 aprile 2020 le banche hanno fatto pervenire al Fondo di garanzia del Mediocredito Centrale 45.703 domande. La platea delle imprese e dei liberi professionisti interessati per legge da questa misura è costituita da oltre 5.250.000 attività, vuol dire che solo lo 0,9% di queste ultime ha fatto ricorso a questa misura.

C’è da dire che tanti imprenditori hanno inviato la domanda non correttamente e sono stati invitati a modificarla/integrarla. Secondo indiscrezioni giornalistiche, il totale delle domande per avere il prestito di 25 mila euro ammonterebbe a circa 250 mila. La percentuale salirebbe al 5,6%, ma rimarrebbe comunque misera. Perché non sta riscuotendo successo la misura varata dal governo Conte? La maggior parte delle imprese non vogliono indebitarsi ulteriormente con le banche. Per questo motivo il prestito di 25 mila euro non sta riscuotendo l’entusiasmo degli interessati. Il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo, ha dichiarato: “A nostro avviso, invece, in questo momento particolare le piccole imprese dovrebbero essere sorrette con contributi a fondo perduto. In altre parole, ad indebitarsi è bene che lo faccia lo Stato e non le imprese che con troppi debiti, purtroppo, rischiano di implodere”.

Prestito a fondo perduto

La Cgia auspica che anche in Italia si riproduca l’esperienza maturata in Germania in queste ultime settimane. Per sostenere le piccole imprese, infatti, il governo federale e i länder tedeschi hanno erogato, alle realtà con meno di 15 addetti, fino a 15 mila euro a fondo perduto. In questo modo però il debito pubblico dell’Italia schizzerebbe alle stelle e pagarne le conseguenze sarebbero tutti i cittadini. Nei prossimi anni il nostro Paese, per rientrare nei vincoli UE, sarebbe costretto ad introdurre nuove tasse e a tagliare servizi per ridurre la spesa pubblica. Senza contare che il prestito a fondo perduto non garantisce la sopravvivenza delle imprese già in difficoltà. Il motivo? Il crollo dei consumi di 84 miliardi sarà devastante per molte attività e molti saranno costrette a chiudere lo stesso. Il prestito a fondo perduto alle imprese serve poco se non si mettono soldi in tasca anche alle famiglie. Il lockdown imposto per l’emergenza coronavirus sta provocando la più grave crisi economica di questo secolo. L’unica salvezza è un intervento della Banca Centrale Europea con misure eccezionali. E per misure eccezionali intendo soldi dati a fondo perduto alle famiglie.

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